NARNI - Festa solenne e partecipata a Narni in onore del patrono san Giovenale. In una cattedrale gremita di fedeli di ogni età, il vescovo Giuseppe Piemontese ha presieduto il solenne pontificale, concelebrato con i sacerdoti della vicaria di Narni, con il vicario generale della diocesi don salvatore Ferdinandi, con il vicario episcopale per la pastorale don Piergiorgio Brodoloni, alla presenza del prefetto di Terni Angela Pagliuca, del sindaco di Narni Francesco De Rebotti, dei sindaci del comprensorio e delle autorità militari provinciali, dei rappresentanti dei terzieri in costume d’epoca, dei ragazzi del catechismo, e animata dalla corale di Narni.

Una celebrazione che rinnova la grande devozione dei narnesi per il patrono della città e  il messaggio di solidarietà, unità, concordia e amore di san Giovenale in una comunità che oggi vive un difficile momento.

Forte è stato il richiamo del vescovo Piemontese alla crisi economica, al problema del lavoro e in particolare alla situazione dell’Elettrocarbonium: «Non posso, in questa festa, non invocare l’aiuto di san Giovenale per le tante famiglie e giovani senza lavoro – ha detto -. E’ viva la ferita e la sofferenza della ditta Elettrocarbonium. Sono tanti, troppi coloro, che non sanno più a chi rivolgersi per implorare uno straccio di lavoro, che vedono spegnersi la speranza. Invito le autorità locali, regionali e nazionali, gli imprenditori, chi ha la possibilità a fare qualcosa per spezzare queste catene umilianti e schiavizzanti della disoccupazione. Se non si pone rimedio a tale situazione, ci attendono anni bui e tristi».

Una festa che rinnova la memoria di san Giovenale quale «defensor civitatis, il pastore  che si prende cura di tutto il popolo»  - ha ricordato il vescovo - e che alla sua sequela invita ad essere testimoni cristiani nel mondo di oggi «in una società avvolta da neo paganesimo: senza Dio o con molti idoli – ha aggiunto padre Piemontese - che fa fatica a comprendere e ad affermare il rispetto della vita umana, contro la quale vengono perpetrate violenze ancora primitive: sui minori, sulle donne, contro il patrimonio, contro la collettività attraverso la corruzione e i metodi mafiosi. Siamo testimoni, attraverso i media, di fatti molto gravi. Ma il rischio di essere contaminati, coinvolti e travolti da una globalizzazione invasiva  del neo paganesimo è reale e vale per tutti e anche per ciascuno di noi. Come ha fatto san Giovenale, anche noi siamo chiamati a inventare e interpretare un nuovo umanesimo, fatto di rispetto della persona umana, di onestà, di legalità, di giustizia, di convivialità cittadina».

Ed infine, padre Piemontese ha ricordato questo particolare anno santo giubilare: «E’ una grande opportunità per ognuno per ripensare la propria vita, ritrovare la propria relazione con Dio, la fede, riscoprendo abitudini cristiane del passato, che forse sono passate in secondo piano.

E’ questo il tempo favorevole per tornare a Dio riconciliandoci con sé stessi e forse con parenti, amici, estranei con i quali abbiamo rotto i rapporti. Apriamoci a relazioni improntate  a clemenza, generosità, misericordia. Dio Padre misericordioso ci attende per abbracciarci e gettarsi dietro le spalle i nostri peccati.

Tutti possiamo fare qualcosa per creare spazi di libertà e di umanità nuova attraverso le opere di  misericordia  corporali e spirituali: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, alloggiare i pellegrini, visitare i carcerati. Possiamo compiere tali opere di misericordia nel silenzio della vita personale e privata o in collaborazione con altri, dando vita a progetti comunitari e sociali più impegnativi».

Al termine della celebrazione è seguita la processione per le vie del centro di Narni con il busto di san Giovenale, accompagnato dalla rappresentanza del corteo storico in costume d’epoca, dai sacerdoti della forania di Narni, dai cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, dalle autorità cittadine e fedeli. Davanti al palazzo comunale, nella piazza cuore e teatro della vita civile, sulla quale si affaccia la tribuna da cui hanno parlato oratori illustri tra i quali è annoverato san Bernardino da Siena, il vescovo Piemontese ha rivolto il suo augurio alla città: «di vivere nella giustizia, nella concordia civile e nella pace; di benessere spirituale e materiale alle famiglie, ai bambini, ai giovani, a tutti coloro che si trovano in uno stato di precarietà; di un lavoro dignitoso e adeguato ai disoccupati; della salute ai malati e il conforto a tutti coloro che sono angustiati; di serena e pacifica convivenza civile e sociale. San Giovenale continui ad essere al centro del vostro affetto e dei vostri pensieri, per la difesa di questa città e della sua nobile tradizione civile e cristiana».

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