MUSICA: BERTINOTTI, 'PAUSINI INTELLETTUALMENTE PIGRA, BELLA CIAO NON E' BANDIERA MA RACCONTO'

La canzone contiene una immaginazione di futuro, è un'idea di rinascita, di riscossa

Adnkronos  - Roma, 15 settembre 2022

"La scelta della cantante mi sento di commentarla solo perché può essere un segno del tempo, il tempo dell'ignavia: non si vuole fare i conti con la realtà, allora si scansa una realtà pure elementare come una canzone che racconta una storia. E' un po' come trascorrere ore e ore davanti alla tv a seguire la favola dei regnanti di Inghilterra. Sono manifestazioni di fuga dalla realtà. Il tempo dell'ignavia però, non porta niente di buono", aggiunge l'ex segretario di Rifondazione comunista. "E poi c'è 'Bella ciao'. Si sa che è stata pochissimo cantata dai partigiani della resistenza: quando da bambino - ricorda BERTINOTTI - venivano i partigiani in Piemonte, i loro canti erano 'Val Sesia', o cose così, canzoni più militanti. 'Bella ciao' si afferma dopo, si afferma in qualche modo come il simbolo del ricordo di una storia, questo è. Progressivamente ha cambiato, è un continuo cambiamento: non era il canto più cantato dai partigiani, è diventato il canto della resistenza. Era un canto italiano, molto italiano, è diventato internazionale. Era un canto del passato e diventa immagine di un futuro di liberazione. Va assunto in questo suo carattere evolutivo: non è una bandiera, è un racconto. E' diventata così famosa, perché contiene una immaginazione di futuro, è un'idea di rinascita, di riscossa.
Uno potrebbe anche dire che, nel caso della cantante, c'è sintonia con una tendenza che è presente in Italia. Quella che io chiamo 'a-fascismo', cioè il rifiuto di prendere parte. Come se il fascismo fosse un fenomeno rispetto al quale sottrarsi al giudizio. Una tendenza avversa non solo alla ispirazione costituzionale, ma anche alle lotte che hanno segnato la vicenda di intere generazioni, dal '60, al '68-'69. Oggi, in una condizione di crisi della politica e dei movimenti, questa pigrizia intellettuale può trovare adepti". " Ma è una canzone divisiva? Dipende. Se viene cantata in una manifestazione di massa che festeggia il 25 aprile, è una manifestazione dell'unità. Se viene cantata ad un raduno di fascisti, è divisiva. E' entrata nel patrimonio culturale del popolo italiano e di tutti coloro che sono impegnati sul terreno della lotta per la libertà. Una canzone è una canzone, la sua vita la caratterizza, se è stata cantata in tutte le parti del mondo ogni volta che si è evidenziato un moto di libertà contro l'oppressione. E' divisiva nel senso che divide il campo della libertà dal campo dell'oppressione. Ci sono anche divisioni che sono benefiche". 

Condividi