PERUGIA - Quando sei mesi fa è iniziata la preparazione della mostra storico documentale “Arte e patriottismo nell'Umbria del Risorgimento” che verrà inaugurata sabato 29 ottobre a Palazzo Cesaroni per celebrare nella sede del Consiglio regionale i centocinquanta anni di storia dell'Italia, nessuno avrebbe mai immaginato, nemmeno gli studiosi del settore, di come le istituzioni umbre, compresi i comuni più piccoli e tantissime famiglie private, avessero gelosamente conservato un numero rilevante di documenti, testimonianze inedite, cimeli, quadri, oggetti preziosi degli anni del Risorgimento umbro.

Lo hanno detto a palazzo i membri dell'Ufficio di presidenza e i curatori della mostra coordinati da Massimo Duranti in occasione della conferenza stampa di presentazione dell'evento, precisando che in ragione di tanta documentazione ritrovata, l'esposizione si annuncia come una novità assoluta, piena di sorprese e di documenti inediti su un periodo che, ha ricordato Claudia Minciotti Tsoukas, storica del periodo, dimostra l'entusiasmo e i grandi idealità che accomunarono tanti umbri, soprattutto giovanissimi nella lotta per l'indipendenza: una lunga stagione che riunì intorno allo stesso ideale, democratici, repubblicani e monarchici”.
E di evento importante che accomuna ancora oggi tutti gli umbri, anche di fede politica diversa, ha parlato all'inizio della conferenza stampa il vice presidente dell'Assemblea Orfeo Goracci precisando che “in Umbria la bandiera italiana, oggi come allora è elemento di assoluta condivisione e di coesione”. Goracci ha anche annunciato che sabato 29 alla cerimonia di inaugurazione sarà presente il presidente Eros Brega che tanto ha voluto l'allestimento della mostra e la cui salute si sta definitivamente ristabilendo. La mostra, tardiva rispetto ad altre regioni italiane coinciderà, ha spiegato Goracci, con la riapertura effettiva di Palazzo Cesaroni e della storica Sala Brugnoli, dopo i lavori di consolidamento, restauro e pulitura della facciata esterna.
“Per fare questa operazione storico culturale che davvero ci accomuna in un momento di crisi - ha aggiunto il vice presidente Andrea Lignani Marchesani - abbiamo deciso di risparmiare su alcune spese di rappresentanza: un segnale della politica ed un omaggio ai valori più profondi della nostra identità storica nata proprio negli anni del Risorgimento. E sul ruolo enorme dei piccoli centri, dei comuni umbri anche più periferici, Fausto Galanello, segretario dell'Ufficio di Presidenza, ha voluto citare “l'entusiasmo e l'orgoglio di rivendicare anche solo un pezzetto di contributo dato alla causa dell'Unità d'Italia” emerso nelle tante celebrazioni alle quali ha partecipato nella scorsa primavera.

I contenuti e le modalità di realizzazione della mostra sono stati illustrati da Massimo Duranti che si è definito “regista dell'evento” e che dopo aver ringraziato studiosi ed esperti a suo tempo individuati dall'Ufficio di presidenza (Massimo Duranti, Domenico Cialfi, Alessandra Migliorati, Claudia Minciotti Tsoukas, Antonella Pesola, Mario Squadroni) ha precisato come l'arco temporale della mostra parte dal 1849 fino a Roma capitale, proprio per sottolineare l'importanza che i risorgimentali umbri ebbero in quella Repubblica Romana del '49, proclamata da Mazzini, Armellini e Saffi e che fra i protagonisti ebbe due perugini illustri, i segretari della Repubblica Ariodante Fabretti e Giovanni Pennacchi: gli stessi che, caduta la Repubblica, riportarono a Perugia la preziosa Costituzione, ora custodita nella biblioteca Augusta. E' uno dei documento più esclusivi, è stato assicurato per un milione di euro e sarà esposto in originale per i primi tre giorni della mostra e poi sostituito con una copia per evitare i possibili danni prodotti dalla luce. Ma fra le novità, alcune delle quali annunciate come clamorose non sono state per ora rivelate, “per far crescere l’interesse”. Duranti ha ricordato poi che sarà esposta anche una sella da cavallo appartenuta ad Anita Garibaldi in fuga da Roma che un fabbro di Todi trattenne per sé, perché volle regalare alla sfortunatissima sposa allora incinta una sella più comoda. In mostra fra quadri, cimeli monete cartacee rarissime firmate da un grande del Risorgimento che Duranti ha voluto tenere ancora nascosto, ci sarà anche un'assoluta rarità: il barchino di quattro metri denominato “Beccaccino” con cui Garibaldi nel 1867 fuggì da Caprera dov'era relegato, facendosi coprire da due controfigure rimaste sull'isola. Uno di questi che ebbe in regalo l'imbarcazione la donò anni dopo al Comune di Terni dove si trasferì per lavoro. Oggi il Consiglio regionale a spese proprie ha fatto restaurare l'insolito cimelio per esporlo a Palazzo Cesaroni

La mostra, interamente documentata da un ricco catalogo della casa editrice Effe Fabbri che si chiuderà il 20 dicembre ed alla quale l'imprenditore Brunello Cucinelli ha riservato una ulteriore sorpresa in allestimento al piano terra di Palazzo Cesaroni, è organizzata in quattro sezioni che Massimo Duranti ha così riassunto: la prima “Scene dalla primavera dei popoli: gli umbri e la Repubblica romana” presenta con opere d’arte e documenti il contributo che i nostri patrioti (da Francesco Guardabassi a Nicola e Giuseppe Danzetta, Ariodante Fabretti, Colomba Antonietti, Zeffirino Faina, Giovanni Pennacchi…) hanno dato ad eventi come la istituzione della Repubblica romana del 1849. Il ruolo che ebbero fu così rilevante che dopo il fallimento dell’impresa, il manoscritto della Costituzione romana fu messo in salvo dall’umbro Giovanni Pennacchi che, insieme al perugino Ariodante Fabretti, era stato segretario dell’assemblea costituente, ed ora è conservato gelosamente dalla Biblioteca comunale Augusta di Perugia ed eccezionalmente verrà esposto in originale nei primi tre giorni di apertura dell’esposizione (poi in fac-simile, per evidenti motivi di conservazione).
Nella seconda sezione “I tragici fatti di Perugia del 20 Giugno 1859 e l’Umbria dei plebisciti” si espongono - fra le tante opere - noti acquerelli, che narrano la terribile repressione dei mercenari svizzeri al soldo del potere temporale del papa contro i sussulti di libertà dei perugini, da sempre attribuiti al Verga ed ora, finalmente studiati, ricondotti ad altro artista, riscrivendo così una pagina della storia dell’arte umbra ritenuta consolidata. Oltre alla ricca documentazione sullo svolgimento del plebiscito nella nostra regione che sancì l’adesione allo stato unitario.

La terza sezione “Gli umbri dalla guerra regia alla guerra di popolo” racconta con dipinti e documenti, anche in questo caso spesso inediti o poco noti, la partecipazione dei nostri patrioti alle grandi battaglie risorgimentali (Custoza, Mentana, Campagna romana). La quarta sezione, infine: “Le celebrazioni della nuova Umbria 1911-1961”, racconta come la nostra regione celebrò i primi due anniversari, con dovizia di particolari e di documenti del tutto sconosciuti alle nuove generazioni”.

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