PERUGIA - "È necessario applicare quanto previsto dallo statuto comunale e indire un referendum per consultare i cittadini e chiedere la loro posizione sulla costruzione della moschea di Umbertide. Nel frattempo servirebbe una mappatura dei centri islamici già attivi sul territorio regionale e una moratoria che blocchi quelli in via di realizzazione in Umbria". Lo ha detto il consigliere regionale Valerio Mancini (Lega nord) aprendo la conferenza stampa sulla "moschea di Umbertide" che si è svolta questa mattina a Palazzo Cesaroni.

Dopo aver intrapreso tre giorni di sciopero della fame, in seguito all'impossibilità di discutere in Aula la mozione della Lega nord sul “centro di culto islamico” a causa della mancanza del numero legale, Mancini, affiancato dal capogruppo Emanuele Fiorini, ha inoltre sottolineato che "il terreno su cui sorgerà la moschea, nel piano regolatore, era destinato a destinazioni culturali e non ad un luogo di culto. Il sindaco dovrebbe agire in autotutela, revocando la concessione in attesa di un chiarimento sulla effettiva destinazione d'uso della struttura, un centro culturale o una moschea. Si tratta di una battaglia di valore, culturale e di principi".

I consiglieri regionali della Lega nord hanno anche rimarcato che "non è vero che la costruzione delle moschee rende più facile il controllo di coloro che frequentano questo tipo di luogo di culto e in ogni caso se è necessario controllare un luogo di preghiera esiste un evidente problema. Non è lo Stato italiano, ne la Regione e neppure la comunità di Umbertide a doversi adeguare, sono i frequentatori del centro islamico a doverlo fare. Se il mio documento non verrà discusso e votato nella prossima seduta dell'Assemblea legislativa – ha annunciato Mancini - ripartirò con 5 giorni di protesta e di sciopero della fame. E se la magistratura non risponde ai miei solleciti, chiarendo se si tratta di un centro culturale o di una moschea, noleggerò un camper per presidiare via Cesare Battisti. Andrà chiarito da dove vengono i fondi per la costruzione del centro islamico, se provengono da persone che godono di sussidi pubblici. Il protocollo finanziario sui fondi per la costruzione del centro deve essere depositato alla Guardia di finanza, che potrà così svolgere le necessarie verifiche". 

 

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