Di Ciuenlai - L'Anci ha deciso. Ogni comune dovrà accogliere 2,5 migranti ogni 1000 abitanti. All'Umbria, quindi, ne spetteranno 2500 ogni anno. Tralasciando le realtà più piccole e seguendo le indicazioni dell'accordo tra l'Associazione dei Comuni con il neoministro Minniti, siglato ieri, Perugia ne avrà circa 400, Terni 300, Città di castello e Spoleto 100, Gubbio e Assisi una ottantina, Bastia Umbra, Corciano, Orvieto e Narni una cinquantina. Questo tutti gli anni. Premesso che l'accoglienza è un dovere morale verso chi soffre situazioni tremende come guerre e carestie, il problema che si pone è quello di avere un piano di integrazione vero. L'accoglienza non si può limitare a dare vitto, alloggio e generi di prima necessità. Occorrono lavoro, piani di impiego per pubbliche utilità, occasioni di scambi culturali continui con le comunità di accoglienza. Se non c'è questo si favoriscono quelle sgradevoli, nonché inaccettabili, situazioni di contrapposizione a cui abbiamo assistito in questi mesi. Insomma l'accoglienza non può essere considerato una specie di “business politico” dalle Amministrazioni pubbliche, ma una scelta politica con tutto quello che comporta. Il malcontento cova e i soffiatori sul fuoco sono tanti. Teniamone conto per evitare che scoppino altre Ponte Felcino.  

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