TERNI - "Dopo quattro anni di buio, finalmente uno spiraglio": è questo lo stato d'animo di Raffaele Sollecito, già condannato a 25 anni per l'omicidio di Meredith Kercer, dopo la deposizione della perizia sul profilo genetico che rimette in discussione sia l'arma del delitto che la sua presenza nella casa di via della Pergola, la sera dell'omicidio. Raffaele Sollecito, che ha letto e riletto tante volte le carte del processo, dal carcere di Terni è apparso più disteso al suo difensore, ha detto: "Anche lei è vittima di questa assurda vicenda. Non sono mai entrato nella camera dove venne uccisa Meredith e non ho mai conosciuto Rudy Guede - ha ribadito il giovane - io con il delitto non c'entro". L'avvocato Maori ha consegnato l'intera perizia depositata ieri al giovane pugliese al quale ha ricordato che ancora  "non abbiamo vinto,  occorre andare avanti". 

bnc

Condividi