di Nicola Bossi - 

PERUGIA - Il forte rischio di una contaminazione dei reperti considerati chiave - Il gancetto del reggiseno di Meredith e un coltello da cucina sequestrato in casa Sollecito - a riguardo dell'omicidio di Meredith Kercher, è tornato di estrema attualità dopo le conclusioni dei periti chiamati in causa dalla Corte d'Appello per rileggere quelle analisi sul Dna che erano state oggetto di contestazione da parte delle difese di Amanda e Raffaele. I periti hanno scritto: "Non si può escludere che i risultati ottenuti possano derivare da fenomeni di contaminazione ambientale e/o di contaminazione verificatasi in una qualunque fase della repertazione e/o manipolazione di detto reperto".

La Perizia ha messo in evidenza altri due aspetti: sul coltello, presunta arma del delitto, c'è il Dna di Amanda Knox sul manico, mentre non c'è traccia di materiale organico della vittima sulla punta della lama. Se da una parte è normale che quel coltello fosse di uso comune dei due fidanzatini condannati in primo grado - fu sequestrato in casa di Sollecito in mezzo ad altri coltelli da cucina -; è anomalo pensare che un arma del delitto non trattenga anche le tracce genetiche di Meredith che è stato uccisa con dei colpi mirati al collo, una zona altamente irrorata di sangue. Altro aspetto che la Perizia ha di fatto ribaltato riguardo il gancetto del reggiseno di Meredith, refertato dopo molti giorni dopo l'omicidio e soprattutto che sarebbe stato spostato più volte durante le ispezioni nella camera di via della Pergola. Il gancetto, in primo grado, fu fondamentale per inserire Sollecito all'interno dell'abitazione proprio mentre, secondo l'accusa, Rudy e Amanda facevano violenza e uccidevano la povera Meredith. Su quel gancetto ci sarebbe stato Dna riconducibile a Sollecito. "Non sussistono elementi scientificamente probanti – scrivono nella perizia gli esperti - la presenza di presunte cellule di sfaldamento sul reperto. Inoltre vi è stata una erronea interpretazione del tracciato elettroforetico sia sugli STRs autosomici sia di quello relativo al cromosoma Y”.

La Perizia va addirittura oltre: mette in discussione che siano stati portati avanti tutti i protocolli scientifici standard sia per il refertamento in loco dei reperti (in casa) che per le analisi di laboratorio. Parole dure anche perchè non si tratta di una perizia di parte, della difesa, ma di professionisti che ha nominato la Corte d'Appello per avere delle conferme o smentite su quello che era emerso in primo grado. 

Raffale Sollecito, senza quel gancetto con il Dna, sparisce dalla casa di via della Pergola dato che quell'impronta di scarpa sul sangue lo portò in carcere, è cosa ormai accertata appartenere a Rudy Guede. In più va tenuto conto anche di un altro aspetto del processo non di natura scientifica: non c'è certezza sul come, il quando e con che mezzo Amanda e Raffaele abbiano allertato Rudy Guede - che Sollecito dice di non conoscere - per andare a fare la spedizione punità contro Meredith la sera del primo novembre del 2007. 

La perizia dunque assume un ruolo determinante per la conferma o l'assoluzione di Amanda e Raffaele in secondo grado. Il 25 luglio gli inquirenti della Procura faranno le loro osservazioni sui contenuti dei periti. Mentre le difese avranno nuovo coraggio ed elementi a favore per riaffermare che esiste un solo killer di Meredith: Rudy Guede, già condannato a 16 anni. Il ragazzo ivoriano è l'unico dei tre che ha ammesso di essere stato presente nella casa la sera dell'omidicio. Inoltre non si è mai capito, perchè lui innocente, ha sentito il bisogno di scappare in Germania invece che di recarsi dalla Polizia per dire di quelle ombre che aveva visto uccidere la ragazza inglese dopo che lui era uscito dal bagno della casa. 

Condividi