PERUGIA - Sono contenuti in oltre 450 pagine complessive i ricorsi in Cassazione presentati dai difensori di Raffaele Sollecito e di Amanda Knox contro le condanne, a 25 e 28 anni e mezzo di reclusione, per l'omicidio di Meredith Kercher decise il 30 gennaio scorso dalla Corte d'assise
d'appello di Firenze. Per entrambi viene chiesto l'annullamento della sentenza e quindi l'assoluzione.

In particolare i legali di Sollecito, gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori, hanno chiesto che ad occuparsi del ricorso siano le Sezioni unite penali perche' alcune delle questioni affrontate "appaiono di speciale importanza o, comunque, potrebbero dal luogo a un contrasto giurisprudenziale". Come la prova scientifica o l'utilizzabilita' delle dichiarazioni di Rudy Guede, ma anche la questione del ragionevole dubbio e l'attendibilita' dei principali testimoni per i quali la sentenza di Firenze "ha completamente sottovalutato l'altissimo rischio di condizionamento mediatico legato al processo". Complessivamente sono 24 i motivi indicati nel ricorso.

Dodici i punti illustrati invece dai difensori della Knox, gli avvocati Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova. Anche in questo caso vengono criticati i risultati scientifici, l'uso delle dichiarazioni di Guede e di altri testimoni, ma anche il movente e le modalita' d'ingresso nella casa del delitto indicate dai giudici di Firenze.

I legali di Amanda Knox confidano "che la Corte voglia rettificare il gravissimo errore giudiziario in cui e' incorso il giudice del rinvio, cosi' da permettere all'imputata Amanda Marie Knox di riprendere una vita normale e costruttiva". E' uno dei passaggi del ricorso depositato in Cassazione con cui gli avvocati Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova chiedono l'annullamento della sentenza con cui la Corte d'assise d'appello di Firenze ha condannato la giovane americana .

"Nella sentenza impugnata – scrivono i legali - non vi e' mai una ricerca o valutazione di ipotesi differenti dalla colpevolezza della Knox. Nessuno sforzo di indagine o argomentativo si e' svolto su questo indirizzo. La Corte di legittimita' aveva rimesso al merito per esaminare se ricorressero eventuali soluzioni alternative". E, invece, "soluzioni contrarie alla colpevolezza della Knox - si legge nel ricorso - non sono state esaminate anche in presenza di robuste argomentazioni contrarie illustrate dalla difesa e della sentenza di assoluzione della Corte di assise di Perugia". Secondo i legali, "la sentenza impugnata tuttavia non indica, ne' ha accertato nemmeno una prova diretta o storica a carico della Knox, che provi la sua assunta colpevolezza e cio' ovviamente perche' tale prova non esiste".

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