Di Ciuenlai

 

L’attuale situazione politica è una specie di commedia all’italiana. Renzi ne è regista e produttore. Il copione è sempre lo stesso, grandi abbaiate alla luna seguite da precipitose ritirate con tanto di scuse e di elogi al padrone. “Levi l’art. 18? Mo, mo te fo vedere io, disse Bersani guardando Cuperlo, che non capiva!”. Sono stati tre giorni in convento per trovare una via di uscita. Poi l’illuminazione : “Daremo una fiducia “contrariante” e hanno votato anche le virgole. Il sospiro di sollievo è stato percepito in tutta la galassia. Arriva la manovra e Chiamparino strilla ! “Io le Tasse per Renzi non le metto, piuttosto mi dimetto”. E’ ancora lì e il giorno dopo ha fatto il giro delle TV per dire “La manovra è giusta, i tagli vanno bene, li vorremmo fare diversamente”. Diversamente? 4 miliardi, sono 4 miliardi , come li giri, li giri. Metterli un po’ più sui trasporti e un po’ meno sulla sanità, un po’ sull’Irap, piuttosto che sui ticket, cambia poco, perché la conclusione è sempre quella : più tasse e meno servizi. Renzi rifà la Leopolda e D’Alema, guardando sempre Cuperlo che tremava, giù a dire , che vergogna, c’è un altro partito. Esatto, si chiama Pd, non Pci, Pd. Poi tutti a casa, senza fare nulla, fino alla prossima “canata”. Ma, allora, perché fare tutte queste manfrine. Mettetevi in riga e fatela finita. Credete è molto, ma molto più onorevole che abbaiare alla luna renziana.

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