MASSA MARTANA - Il sindaco di Massa Martana, Maria Pia Bruscolotti, ha voluto intitolare la sala conferenze del Centro di documentazione dei Monti Martani alla memoria di Ottorino Giuseppe Caramazza (Macerata 1912 - Todi 2003), un uomo innamorato di Massa Martana e del suo territorio “più degli stessi massetani”, come è stato ricordato dallo stesso sindaco nel corso di una breve cerimonia. Durante la cerimonia, la moglie Simonette ha donato un ritratto ad olio dello stesso Caramazza, le cui spoglie riposano da otto anni nel cimitero massetano.

A Massa Martana Caramazza arrivò il 20 maggio 1965, accompagnato dal giornalista Gino Magnoni a casa dello scultore di arte sacra Egidio Giaroli: proveniente dal mondo del cinema, allievo del regista Alessandro Blasetti, lavorò come soggettista, sceneggiatore, montatore, dialoghista in produzione e in edizione di oltre 600 film con i più importanti attori italiani e stranieri. Subito realizzò il film documentario Invito Massetano, recentemente rimasterizzato.

L’Amministrazione comunale in carica è la prima amministrazione ad aver pubblicamente riconosciuto il suo lavoro “per avviare i cittadini ad una presa di coscienza, interessandoli alla custodia sistematica dei valori locali”, spesso pagato di tasca propria: dal recupero della catacomba cristiana di Villa San Faustino, l’unica presente in Umbria (fu Caramazza, infatti, nella seconda metà degli anni ‘60 a richiedere i finanziamenti necessari alla Pontificia commissione di archeologia sacra del Vaticano), all’istituzione di un civico museo flaminio massetano (progetto invocato e sostenuto economicamente dallo stesso Caramazza per oltre 32 anni, tuttora non realizzato), alla geniale invenzione della Magnata (manifestazione svoltasi dal 1975 al 1996).

Nel 1981 il Vaticano lo nominò anche Conservatore della catacomba di Villa San Faustino. Caramazza, amico di famiglia del pittore Giacomo Balla, aveva donato a Massa Martana un intero studio di lavoro del noto futurista, dai cavalletti, a diversi bozzetti, alle tavolozze, ai pennelli. Ma l’eredità più importante che Ottorino Giuseppe Caramazza lascia a Massa Martana sono soprattutto “i suoi ragazzi”, come la moglie inglese dello stesso Ottorino li ha sempre scherzosamente chiamati: poche persone, ormai adulte, che hanno recepito l’esempio di “serietà giocosa” e di impegno continuo, tipico di ogni gesto di amore e di profondo rispetto di Ottorino Giuseppe Caramazza verso la gente di Massa Martana. 

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