Di Armando Allegretti

PERUGIA - L'Umbria, ancora una volta, ha accolto la Marcia della Pace che ha preso il via poco dopo le 9,30 dall'Arco di San Girolamo a Perugia, con destinazione la Rocca di Assisi. Tra gli striscioni di testa, quello della candidatura di Assisi e Perugia a capitale europea della cultura 2019. A portarlo, i due sindaci, quello di Perugia Wladimiro Boccali e quello di Assisi, Claudio Ricci, uniti dalla Marcia e dalla cultura della pace.
Dalla prima Marcia ideata da Aldo Capitini, sono passati 50 anni, e oggi, per l'occasione, come successe allora, riecheggia lo slogan che parlava di pace e fratellanza dei popoli e si rivede lo striscione portato nel 1961 dallo stesso Capitini. Ma di slogan se ne sentono tanti e diversi, slogan e cartelli che parlano di politica, lavoro, ambiente, diritti, immigrazione. Nel lungo serpentone unificato dal mare di bandiere arcobaleno si trova di tutto, associazioni laiche e religiose, scout, sindacati, gruppi spontanei o organizzati, parrocchie e movimenti politici, istituzioni con sindaci e gonfaloni, Unione ciechi, animalisti, Anpi e tante altre sigle e identità portatrici di istanze particolari. “Siete la parte migliore di questa Italia lacerata”, ha detto stamattina prima della partenza il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali.

“È insopportabile che l'Europa e l'Italia pensino di combattere la crisi tagliando le spese per il sociale mentre c'è il tabù assoluto delle spese militari: una via d'uscita dalla crisi è quella di uscire da un modello di economia di guerra. Abbiamo il dovere di rimettere in piedi la politica come agenda di pace e la pace nell'agenda politica: pensare che la pace sia una questione dei marciatori e dei predicatori è sbagliato. Invece la pace oggi è la più incredibile ed importante emergenza politica”, così ha commentato stamattina Nichi Vendola, prima di mettersi anche lui in marcia.

“Cinquanta anni di marcia della pace ci dovrebbero far riflettere, un'iniziativa che dura nel tempo, che dimostra la fedelta' e la costanza di questo popolo, di questi giovani, delle associazioni, degli enti locali, della Tavola della pace". Così ha commentato Rosy Bindi, la partenza della Marcia Perugia-Assisi. “Cinquanta anni - per Bindi - durante i quali si e' ricordato all'Italia e al mondo che questo e' il bene piu' importante. Quest'anno - ha aggiunto - e' contestualizzato nella crisi economica e nella mancanza del lavoro, credo che questo apra per noi una strada di riflessione molto importante: le cause che hanno provocato questa crisi economica non saranno quelle che faranno uscire dalla crisi, solo riponendo al centro il lavoro, i diritti, la dignita' delle persone ce la potremo fare".

"In questo momento - ha sottolineato Bindi - nel nostro paese ci vorrebbe un governo che pensa innanzi tutto ai cambiamenti di questa sfida internazionale, noi avvertiamo invece la nostra marginalizzazione, una mancanza di politica estera e la perdita di dignita' nel contesto internazionale. Invece - ha concluso - ci vorrebbe un governo che si facesse davvero carico dei problemi dell'italia e riponesse al centro la crescita, il lavoro, l'equità”.

''Il Governo prima se ne va e meglio e' per l'Italia'', dice invece il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, per il quale ''e' del tutto evidente che non sta governando nulla e l'unica cosa che fa e' galleggiare, facendo affondare il paese''. Il punto, per Ferrero - stamani in Umbria per partecipare alla Marcia della pace - e' ''con che cosa si sostituisce l'attuale governo, perche' la ricetta della Marcegaglia e' peggio della malattia. Bisogna uscire dalle politiche neo-liberiste, redistribuire il reddito, imporre la patrimoniale ed attuare un grande intervento pubblico''. Secondo Ferrero, ''il centrosinistra in questi anni, a partire dal Pd, ha condiviso le stesse politiche neo-liberiste che hanno portato alla crisi'

Difficile quantificare la partecipazione. Al momento si parla di circa 200mila partecipanti.

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