di A.F.

Secondo la Marcegaglia il reintegro previsto dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è un'anomalia del sistema italiano perché la misura «esiste formalmente anche in qualche altro paese europeo, ma sostanzialmente non viene usata». Il confronto tra Italia e gli altri paesi europei, curato dagli industriali, sarà presentato in un dossier e consegnato direttamente alla ministra al Lavoro, Elsa Fornero. Il presidente di Confindustria ha sottolineato che «l'articolo 18 è un tema molto ideologico e noi non vogliamo affrontare il tema dal punto di vista ideologico. Vogliamo solo portare un confronto tra l'Italia e gli altri paesi europei».

E' evidente che la Marcegaglia utilizza i dati come le è più conveniente, evitando abilmente di fare un vero e pulito confronto tra le condizioni dei lavoratori italiani e quelle degli altri lavoratori del continente perché, se venisse fatto, le vere anomalie in effetti verrebbero fuori: l'enorme precarietà che c'è in Italia per esempio nei Paesi del Nord Europa non c'è. Inoltre, lo stipendio medio di un operaio e di un impiegato in Europa è superiore in media del 30% rispetto a quello italiano. Sempre prendendo in riferimento il Nord Europa, vediamo che l'effettiva età pensionistica è di 61,3 anni, mentre in Italia, con l'ultima manovra Monti, si va velocemente verso i 65 anni e anche oltre.
Insomma, sarebbe onesto parlare di queste ed altre anomalie prima di parlare di inaccettabili modifiche all'art 18.

E su questo non si sono fatte attendere le reazioni politiche. Il Prc attacca senza mezzi termini e diffonde un comunicato a firma della sua responsabile nazionale Lavoro, Roberta Fantozzi: "L'appetito vien mangiando. E Confindustria ha un grande appetito. Non gli bastano infatti i copiosi regali sin qui ricevuti. Dopo l'abominio dell'articolo 8 regalatogli dal governo Berlusconi, dopo i copiosi sgravi fiscali che le imprese e le banche hanno ricevuto dal governo Monti, ora chiede di più. Confindustria chiede la definitiva eliminazione dell'articolo 18. Invece va rimesso in discussione l'articolo 8, che consente alla contrattazione aziendale di derogare al contratto nazionale e ai diritti del lavoro sanciti per legge: una vera mostruosità giuridica che non esiste in nessun altro paese europeo.

E va rimossa l'incredibile amputazione alla nostra democrazia che la Fiat ha consumato espellendo dai luoghi di lavoro la Fiom, cioè il sindacato di gran lunga più rappresentativo. Le vere anomalie dell'Italia non sono certo le leggi a tutela del lavoro, ma imprese che non investono in ricerca e sviluppo, salari che sono al 23° posto su scala Ocse, record dell'evasione fiscale e contributiva, precarietà e disoccupazione per i giovani. Quelli che la recente riforma delle pensioni taglia fuori ancora di più dall'accesso al mercato del lavoro. Per questo è urgente costruire un'ampia opposizione di sinistra al governo Monti e a Confindustria".

Fonte: controlacrisi.org

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