La storica struttura è gestita dal 2014 dalla Molini Popolari Riuniti e riunisce 200 soci viticoltori - Previsto nel 2022 il restyling del punto vendita e nuovi macchinari nella linea produttiva

(AVInews) – Magione, 10 dic. – Nuovi investimenti interesseranno nel prossimo anno la cantina Terre del Carpine di Magione, attiva dal 1966 e oggi gestita dalla cooperativa umbra Molini Popolari Riuniti. Ad annunciarlo è lo stesso cantiniere dell’azienda Pietro Pardo il quale ha anche analizzato e fatto un bilancio della stagione vitivinicola 2021 al Trasimeno. “Così come tanti altri settori dell’agroalimentare – ha spiegato Pardo –, anche la produzione vinicola ha sofferto a causa delle condizioni climatiche. C’è stato, infatti, un notevole calo delle quantità a causa di alcune gelate verificatesi in primavera e per l’eccessivo caldo e l’assenza di piogge nel periodo estivo. A fronte di ciò, registriamo però una maggiore qualità, soprattutto per quanto riguarda i rossi. Insomma, avremo meno bottiglie ma sicuramente degli ottimi vini”.

Innovazione e tradizione. L’attenzione alla qualità è d’altronde un aspetto ormai irrinunciabile per chiunque voglia operare in questo campo e in questo senso vanno viste le operazioni di ammodernamento che stanno interessando tante aziende agricole e agroalimentari del territorio tra cui appunto la struttura del Trasimeno della Molini Popolari Riuniti. “Con l’arrivo della Molini Popolari Riuniti nel 2014 – ha ricordato Pardo –, c’è stata una forte spinta verso l’innovazione tecnologica, senza però dimenticare le tradizioni o l’attenzione verso il territorio. Il prossimo anno, indicativamente a primavera, partiranno importanti lavori di restyling del punto vendita, per renderlo ancora più accogliente e funzionale, e anche la linea produttiva sarà interessata da investimenti con l’introduzione di nuovi moderni macchinari. Siamo poi impegnati nello sviluppo di nuovi prodotti più vicini alle richieste di mercato, tra l’altro in continuo cambiamento, e nella valorizzazione dei vitigni tipici del nostro territorio come il Gamay, il Sangiovese o il Grechetto. Fare un buon vino però non basta: un vino deve raccontare una storia. Noi siamo una cooperativa e il nostro vino deve anche raccontare la storia dei suoi circa duecento soci viticoltori. Sono loro il valore aggiunto del nostro vino e le loro storie arricchiscono di contenuti il prodotto finale”.

Nicola Torrini
 

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