PERUGIA - «Finalmente la regione Umbria si è dotata di una legge che contrasta l'omofobia e che promuove la cultura della non discriminazione delle persone sulla base del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere». Così il consigliere del Partito DemocraticoGiacomo Leonelli, che insieme ai consiglieri Chiacchieroni e Solinas è stato tra i firmatari della legge.

«Nella discussione di oggi in aula – prosegue Giacomo Leonelli – le opposizioni prima ci hanno accusato di aver proposto una legge inutile, poi che questa avrebbe distrutto la famiglia (viene da dire "delle due l'una"). Successivamente hanno elencato svariati argomenti venuti loro in mente che avrebbero meritato “ben altro” trattamento rispetto a quello in questione. Non possiamo però ignorare che rispetto all'orientamento sessuale sussiste ancora forte una stigmatizzazione sociale, quasi che l'omosessualità sia un disvalore. Ma al di là del suo faticoso iter e della discussione odierna, finalmente, da oggi, è giunto il momento che la Regione abbia gli strumenti normativi per favorire e supportare una coscienza collettiva che rifiuti l’omofobia. Agendo lungo le fondamentali linee dell’istruzione, dalla formazione professionale e dell’integrazione sociale».
«E non ha senso sostenere che si tratta di una legge che interviene solo a favore di alcuni – conclude Leonelli – perché non si può lasciare che alcuno venga discriminato, come vanno lasciate da parte le suggestioni di questi giorni. E' stato detto di tutto: che le scuole saranno centri di propaganda gay; che dopo questa legge i nostri bambini verrebbero vestiti da donna. Nulla di tutto questo è nella legge. Basta leggerla. Se oggi l'Umbria fa un passo avanti sul campo della non discriminazione è grazie al PD, che ha saputo fare sintesi, superando emendamenti divisivi, tanto da arrivare alla firma congiunta di alcuni di essi da parte del capogruppo Chiacchieroni e del consigliere Smacchi. Emendamenti tesi a salvaguardare il sacrosanto principio della libertà di pensiero, ma senza che che questa diventi una clausola di salvaguardia per condotte discriminatorie». 
 

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