Contenuti e finalità di un protocollo d’intesa firmato dalla Regione dell’Umbria (Repubblica Italiana) e il Beijing Institute of Fashion Technology (Repubblica Popolare Cinese) sono stati presentati e illustrati stamani in una conferenza-stampa, tenutasi a Palazzo Donini, da una delegazione della Regione Umbria composta dall’assessore alla Cultura e Turismo Fabrizio Bracco, dal direttore dell’Area Programmazione, Innovazione e Competitività della Regione Umbria Lucio Caporizzi (firmatario per la Regione del protocollo), da Giampiero Rasimelli (Servizio Rapporti Internazionali e Cooperazione) e Luigi Rossetti (coordinatore Imprese e Lavoro); e, per la parte cinese, dalla direttrice del “Programma Italia” del Beijing Institute of Fashion Design, Caterina Feng Jiao. Alla conferenza-stampa hanno preso parte Paolo Belardi, direttore dell’Accademia di belle Arti “Bernardino” di Betto di Perugia, Stefano Bracci, direttore del Conservatorio Musicale Morlacchi (entrambe le istituzioni umbre hanno firmato, nel quadro del protocollo, accordi specifici con l’istituto di Pechino per scambi artistico-culturali) e Lidia Costamagna, docente dell’Università per Stranieri di Perugia. La conferenza-stampa era stata preceduta da un incontro tecnico, al quale aveva partecipato la neoministro-consigliere Gao Yuanyuan, responsabile delle relazioni economiche e commerciali dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese a Roma.

   Il protocollo d’intesa fra la Regione dell’Umbria e il Beijing Institute of Fashion Technology prevede scambi culturali, “per lo sviluppo di rapporti di cooperazione tra istituzioni culturali, scientifiche e di ricerca, per un confronto di conoscenze e di esperienze nel settore della moda, dei beni culturali, del design, del turismo, dello spettacolo, della qualità dei prodotti agroalimentari, della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica, per lo scambio di ricercatori nei diversi settori, per l’intensificazione dell’insegnamento della lingua e cultura italiane in Cina e della lingua e cultura cinesi in Italia; 2) lo scambio di conoscenze ed esperienze nell’ambito delle attività produttive e dello sviluppo economico, con particolare riguardo per le piccole e medie imprese e per gli investimenti; lo scambio di conoscenze ed esperienze nel campo dell’innovazione tecnologica nell’industria e nei servizi; la reciproca promozione commerciale e turistica dell’Umbria in Cina e della Cina in Italia”.

 

 

Il protocollo prevede altresì “3) lo scambio di conoscenze ed esperienze nell’ambito delle tecnologie ambientali, nel settore della valorizzazione del patrimonio ambientale e paesaggistico; 4) lo scambio di conoscenze ed esperienze nel campo dell’urbanistica e dei sistemi si gestione del territorio; 5) lo scambio di conoscenze ed esperienze nel settore del turismo, valorizzando le reciproche opportunità e potenzialità, e nel settore degli scambi giovanili, con particolare riferimento agli studenti, alle associazioni e ai gruppi culturali giovanili; 6) lo scambio di conoscenze ed esperienze nel campo della valorizzazione e del restauro dei beni culturali, delle tecnologie per i beni culturali e dei sistemi museali; 7) l’interscambio tra imprese nel settore della moda, del design, dei prodotti alimentari di alta qualità, dell’artigianato di alta qualità nei settori della ceramica, del mobile e dei tessuti; 8) la reciproca collaborazione tra grandi istituzioni e manifestazioni culturali per lo scambio di eventi, spettacoli, mostre e concerti”.

   “Abbiamo ripreso le relazioni, che sono sempre esistite negli anni fra la Regione Umbria e la Cina – ha commentato Lucio Caporizzi, firmatario del protocollo -, reimpostandole su una base di continuità e finalizzazione. L’obiettivo di fondo è far conoscere ai cinesi l’Umbria e tutto quello che in Umbria si sa fare”. “Lo scopo – ha spiegato Luigi Rossetti – è quello di rendere visibile e riconoscibile il ‘brand Umbria’ nella sua unità e specificità, creando politiche di ‘cluster’ e ‘reti’ in cui le piccole imprese possano fare massa critica”.

   “È importante aver ripreso con grande determinazione i rapporti e gli scambi fra l’Umbria e la Cina – ha detto l’assessore Bracco -, un continente immenso che offre grandissime possibilità e opportunità per le nostre aziende e i nostri operatori economici. È importante che il ‘Progetto Cina’ sia sviluppato in tutte le direzioni possibili, mostrando quanto sia fecondo mettere in rapporto cultura ed economia”.

 

 

Attualmente – ha ricordato Giampiero Rasimelli -, la Regione Umbria (come capofila insieme a Lombardia, Marche, Lazio e Campania) partecipa a Pechino e nella provincia dello Shandong ad un progetto sulla sicurezza alimentare, nel quadro di un programma concordato dal Ministero degli Esteri, Regioni e Cina, oltre che al progetto “Travel” (con Veneto, Toscana, Marche e Puglia) per interscambi turistici, e ad una iniziativa per il restauro e la valorizzazione dei beni culturali in Cina.

   “Il primo problema è quello di far capire ai cinesi dov’è l’Umbria – ha detto la direttrice del Beijing Institute of Fashion Design, Caterina Feng Jiao -; questo protocollo è importante, e va utilizzato al meglio per sviluppare scambi e reciproche opportunità”.

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