di Fabio Sebastiani

Inflazione che si impenna e disoccupazione mai così alta. In poche parole siamo in piena stagflazione, cioè quel misto di inflazione e recessione che spaventa i governi di mezzo mondo, incapaci di affrontare il nodo della crescita. L’Italia, come l’Europa, hanno ormai imboccato un tunnel da cui uscire sarà difficile se la ricetta continuerà ad essere il “pareggio di bilancio”. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) ormai si colloca sopra quota 30% da 5 mesi, ovvero da settembre. A dirlo è l’Istat con i dati relativi a gennaio 2012, mese che registra un tasso di disoccupazione giovanile al 31,1%, appena sotto il record raggiunto a novembre 2011 (31,2%).

Il tasso di disoccupazione generale, in compenso, a gennaio è al 9,2%, in rialzo di 0,2 punti percentuali su dicembre e di un punto su base annua. È il tasso più alto da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili). La crescita della disoccupazione interessa sia gli uomini sia le donne, e cresce con un ritmo impressionante: la disoccupazione maschile, del 2,6% rispetto al mese precedente e del 18,7% su base annua, mentre il numero di donne disoccupate aumenta del 3,2% rispetto a dicembre 2011 e dell'8,9% in termini tendenziali. Quanto al tasso di disoccupazione maschile cresce di 0,2 punti percentuali nell'ultimo mese, portandosi all'8,7%; quello femminile segna una variazione positiva di 0,3 punti e si attesta al 9,9%.

Per la Cgil, i “dati che mostrano con tutta evidenza che il problema dovrebbe essere fermare i licenziamenti e non facilitare la flessibilità in uscita”. Il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, torna a chiedere al governo di “occuparsi a tempo pieno di crescita e di coesione sociale”. Per il sindacalista “deve essere chiaro che questi dati, già di per sé così gravi, sarebbero drammatici se non ci fosse stata la cassa integrazione, e in particolare quella straordinaria e in deroga: senza questi strumenti i disoccupati oggi sarebbero attorno a 3 milioni”. Per quanto riguarda il dato sulla disoccupazione giovanile, Fammoni lancia un vero e proprio grido di allarme: “Il dato sui giovani peggiora ancora incredibilmente e sommato alla quantità di lavoro precario, che ormai riguarda l'80% delle nuove assunzioni, rappresenta una vera e propria emergenza nazionale”.

Intanto, nell'Unione europea è ancora la Spagna a segnare il record della disoccupazione, al 23,3%. Seguono il dato della Grecia (19,9%, novembre 2011), Irlanda e Portogallo (entrambe al 14,8%). Secondo i dati di Eurostat, nella zona dell'euro nel mese di gennaio 2012 il tasso dei senza lavoro è salito al 10,7% rispetto al 10,6% del dicembre 2011, mentre nell'Ue a 27 è a quota 10,1%, contro il 10% del mese precedente.

Fra i paesi dell'area del Mediterraneo, il tasso dei disoccupati in Francia arriva al 10%, a Cipro al 9,6%, e in Italia al 9,2%, mentre Malta si ferma al 6,5%. Su base annua, la crescita maggiore della disoccupazione viene registrata in Grecia, che passa dal 14,1% di novembre 2010 al 19,9% di novembre 2011, Cipro (dal 6,3% al 9,6%) e Spagna (dal 20,6% al 23,3%). I giovani under 25 sono la categoria che soffre maggiormente della carenza di posti di lavoro: a gennaio del 2012 erano 5,507 milioni i disoccupati nell'Ue a 27, di cui 3,314 nell'eurozona. Sono senza occupazione il 49,9% dei ragazzi spagnoli (il dato più elevato dell'Ue a gennaio 2012) e il 48,1% dei greci (a novembre 2011).

Fonte: controlacrisi.org

 

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