Industria/ La Regione stanzia 2 milioni per il bando agevolazioni
PERUGIA - La giunta regionale dell'Umbria ha approvato, nell'ambito del piano annuale per le politiche industriali, lo stanziamento di due milioni di euro finalizzati al rifinanziamento della graduatoria del bando per la concessione di pacchetti integrati di agevolazioni relativa alle annualita' 2013-2014.
"Si tratta di un atto che consente il sostegno a 20 imprese umbre del settore manifatturiero e dei servizi alla produzione che complessivamente hanno presentato programmi di investimento per oltre 7 milioni e 600 mila euro", spiega - in un comunicato della Regione - l'assessore Vincenzo Riommi, proponente.
I contributi sono stati concessi in misura variabile tra il 10 ed il 30 per cento del valore degli investimenti nel caso di impianti macchinari e tecnologie finalizzati all'utilizzo nei cicli produttivi, in funzione delle dimensioni d'impresa, distinguendo tra piccole e medie imprese.
"La scelta che, come giunta regionale, abbiamo fatto - sottolinea Riommi - si pone a sostegno di quelle imprese che, nonostante le difficolta' legate al persistere della crisi economica, stanno programmando percorsi di crescita e di innovazione che coinvolgono innovazione tecnologica, acquisizione di consulenze specialistiche, interventi sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione."
"Si tratta di percorsi - prosegue Riommi - che continueremo a sostenere anche nella prospettiva della nuova programmazione comunitaria 2014-2020, con una rinnovata attenzione alle tematiche del sostegno alle piccole e medie imprese ed alle imprese artigiane, anche attraverso innovazioni negli strumenti che prevedono l'utilizzo di fondi rotativi e in combinazione con altri contributi a fondo perduto. Dobbiamo introdurre ancora robuste dosi di innovazione nel sistema - conclude l'assessore – incluse le formule organizzative e le modalita' di sostegno alle imprese, andando a privilegiare modalita' di selezione che, ad esempio, possano consentire di accelerare i percorsi di innovazione e di investimento di filiera, ovvero dei veri e propri contratti di sviluppo per gruppi di imprese che introducono rilevanti innovazioni di prodotto anche in esito all'attuazione di programmi di ricerca e sviluppo".
Lunedì
08/12/14
15:38
La questione delle agevolazioni mediante conferimenti di denaro a fondo perduto alle imprese riveste aspetti che bisognerebbe analizzare meglio negli effetti che producono a medio e lungo termine.
Il ragionamento del legislatore è semplice: per promuovere un settore produttivo o alcune imprese che si muovono nel verso voluto, le finanzio, affinché possano svilupparsi e crescere.
Con questa logica sono stati promossi i bonus per favorire le nuove fonti energetiche e sono stati elargiti i contributi alle aziende che tentano di introdurre nuovi macchinari o promuovere l'innovazione di processo o di prodotto.
Sembra un ragionamento di buon senso, ma analizziamo il fenomeno da un altro punto di vista.
Immaginiamo due aziende uguali: la prima chiede dei contributi pubblici la seconda no. O se preferite, entrambe li richiedono, ma la prima li ottiene la seconda no.
I contributi pubblici ora non assumono solo la valenza di favorire o promuovere uno specifica settore di mercato, ma quello più pericoloso di essere un elemento di turbativa perché può favorire la crescita o la morte di imprese che divengono meno competitive rispetto ai loro concorrenti, seppure inizialmente siano di pari valore.
Come può la imprese che non ha ricevuto i contributi competere con l'altra ad armi pari se la seconda gode di contributi e agevolazioni precluse alla prima?-
Le modalità di scelta della assegnazione dei contributi diviene determinante.
La soluzione migliore dovrebbe essere quella di dividere i contributi tra le imprese del settore da incentivare, che li chiedono senza escludere nessuno. Oppure ancora meglio elargirli sotto forma di sconti di acquisto a chi vuole fruire dei prodotti del mercato da incentivare lasciando alle imprese l'onere di produrli nel migliore dei modi e al minimo prezzo.
Non potendo percorrere questa ultima ipotesi e in mancanza di risorse sufficienti si deve fare una scelta.
Come scegliere l'azienda a cui elargire i contributi pubblici?
Decide una commissione formata da tecnici esperti? si sorteggia? si fa decidere ad una commissione di funzionari regionali? Si affida il contributo a chi è disposto a pagare la tangente più alta? (tangente in termini economici o politici naturalmente....), si decide facendole spartire in rigide quote tra le associazioni di categoria?
Come si vede, a ben scavare un qualche problema sorge.
Del resto lo Stato ha il dovere di governare i processi di sviluppo impostando linee preferenziali che incentivino il mercato a percorrerle.
Bisogna però tenere in debita considerazione che tali decisioni possono produrre gravi turbative nel mercato che in una società liberista come la nostra vede solo nel mercato e nella capacità di farsi concorrenza leale, l'unica forma di competizione per emergere.
Non potendo incentivare l'utente finale che sceglierebbe secondo criteri di convenienza favorendo lo sviluppo della azienda più brava, più che soldi da dare alle imprese per sviluppare i loro progetti, che certamente turberebbero la libera concorrenza, bisognerebbe promuovere lo sviluppo dei settori che si vuole sviluppare fornendo a TUTTE le imprese del settore quei servizi avanzati a cui tutte potessero rivolgersi per sviluppare i loro progetti.
La nostra Università dovrebbe essere il luogo preposto a a fare ricerca avanzata per elargire questi servizi e temporaneamente anche gli uomini per svilupparli, ma tutti sappiamo in che condizioni versa la nostra università.
Is a long way to Tipperary.-
Giampaolo Ceci