PERUGIA - Dalla Provincia di Perugia un contributo per fotografare la situazione lavorativa e sociale dei rumeni nel territorio provinciale. Si è laureata nei giorni scorsi presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Perugia Marina Profir, una giovane rumena che nella sua tesi dal titolo “Immigrazione rumena in Italia: il caso di Perugia” ha intervistato, tra gli altri, anche il vice presidente Aviano Rossi. Nel ricostruire dettagliatamente la condizione lavorativa dei rumeni nella provincia di Perugia grazie ai dati relativi ai servizi dedicati agli stranieri, il vice presidente piuttosto che di integrazione, preferisce parlare di ruolo economico della comunità rumena, considerando quello dell'integrazione un fenomeno superato ed anche fuorviante rispetto alla realtà dei fatti.

“Molti rumeni sono impegnati e inseriti nel contesto produttivo locale rappresentando in diversi casi la forza lavoro prevalente, come nei servizi di assistenza in ambito familiare, ed altri, basti pensare all’edilizia, dove spesso sono già imprenditori – commenta – è necessario ormai abbandonare l’idea che il problema stranieri debba essere necessariamente affrontato come questione di ordine pubblico poiché, come ci dimostrano i dati, come forza lavoro sono una risorsa ormai determinante per il sistema produttivo dell'intero centro-nord, rappresentando una consistente componente nelle dotazioni organiche di gran parte delle imprese”. Roberto Segatori, professore ordinario di Sociologia dei fenomeni politici e di Governance e politiche pubbliche presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Perugia e relatore della tesi, ha evidenziato le novità della ricerca che coglie i rumeni nell’ultima stagione di presenza in Italia.

“Rispetto a ieri, l’analisi evidenzia il venir meno dei motivi di preoccupazione legati a forme d’ingresso clandestino ad attività border line e alla presenza dei room – precisa -   la tesi della Profir mette in luce i più significativi processi d’integrazione che passano attraverso il lavoro, la pratica religiosa in collaborazione anche con la chiesa cattolica, ed infine, la collaborazione in attività istituzionali pubbliche come la Provincia”. Soddisfazione per l’analisi è stata espressa dalla stessa relatrice che ha evidenziato come la ricerca le abbia permesso si conoscere aspetti dell’integrazione non conosciuti e di capire l’importanza di un sempre maggior dialogo tra le autorità locali e la comunità rumena.

 

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