PERUGIA - C'e' chi frequenta i corsi per imparare l'italiano e chi e' gia' impegnato in attivita' di formazione per la raccolta e la trasformazione delle olive in olio, per la gestione delle aree verdi comunali, l'assistenza agli anziani e alle persone in difficolta': puntano tutte all'inserimento nel tessuto sociale, le attivita' organizzate dall'Arci della Provincia di Perugia che vedono protagonisti i 130 profughi accolti nel Perugino in seguito all'accordo con la Regione Umbria. Proprio in questi giorni la vicepresidente della Regione, Carla Casciari, ha ripreso, dopo la visita alle strutture di Collescipoli gestite dalla Caritas di Terni, una serie di appuntamenti sul territorio della provincia di Perugia dove, in varie strutture residenziali, l'Arci accoglie i gruppi composti da 6-8 persone.

Si tratta - come spiega un comunicato della Regione - di giovani provenienti dalla Libia e originari dalla Nigeria, Costa d'Avorio, Bangladesh e dal Mali, molti dei quali hanno fatto richiesta di asilo, la loro eta' media e' intorno ai 25 anni, il 90 per cento sono maschi, ma ci sono anche alcune famiglie con bambini, come ha spiegato il presidente dell'Arci della provincia di Perugia, Franco Calzini, durante la visita della Casciari a una struttura di Perugia a Ponte d'Oddi, dove vivono, in due appartamenti, 12 ragazzi nigeriani attualmente impegnati nell'apprendimento della lingua italiana, perche' arrivati solo a settembre. La Casciari ha voluto conoscere e salutare personalmente, recandosi presso l'abitazione di Ponte San Giovanni, una giovanissima coppia di nigeriani, con un bimbo di circa un anno, ricongiuntasi grazie all'intervento dell'Arci di Perugia che ha ritrovato il papa', arrivato, subito dopo lo sbarco in Italia, dal Lazio e destinato ad una struttura di quel territorio.

''Dopo la fase critica legata alla prima emergenza - ha detto la vicepresidente - con gli enti individuati per l'accoglienza sono stati previsti dei percorsi individuali dopo una valutazione delle competenze di ognuno. Si tratta di un passaggio importante perche', in attesa della definizione dello status giuridico dei richiedenti asilo, non basta garantire un tetto e del cibo ma e' nostro permettere a queste persone di inserirsi nella comunita' e sviluppare una relazione anche con la comunita'''. La Casciari ha quindi ricordato che ''si e' partiti proprio con l'attivazione di corsi di italiano, che permettono anche di stabilire un rapporto di conoscenza piu' approfondita tra gli operatori e le persone accolte, per poi arrivare ad un impegno piu' concreto, anche attraverso il volontariato socialmente utile. In proposito con l'aiuto dei Comuni, sono state studiate iniziative e stabiliti accordi tra i soggetti preposti alla prima accoglienza, le comunita' montane, alcune cooperative e le istituzioni''.

Nel caso delle iniziative attivate dall'Arci della provincia di Perugia, oltre ai 40 profughi che, a turno, parteciperanno a corsi di formazione per la raccolta e la trasformazione delle olive in olio all'Isola Polvese, altro dieci persone, grazie ad un accordo tra Arci e Comunita' Montana Trasimeno-Medio Tevere, saranno impegnate in formazione per l'attivita' di gestione delle aree verdi nel Comune di Marsciano e lo stesso percorso e' stato previsto a Capodacqua nel Comune di Foligno con l'impegno dei profughi per la gestione del sito archeologico. In seguito ad un accordo con il Comune di Panicale e la cooperativa Polis e' stata fatta la raccolta delle olive presso il centro terapeutico produttivo, mentre c'e' in programma la realizzazione di un progetto che prevede la formazione di alcune giovani per attivita' di sostegno a persone anziane e in difficolta'. ''Stiamo sperimentando un sistema non solo di prima accoglienza - ha concluso la Casciari - che permettera' ai richiedenti asili accolti in Umbria, sotto la guida degli operatori, di orientarsi nella nostra societa', dove sono arrivati non per la scelta di un percorso migratorio, ma forzati dagli eventi''.

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