Gubbio (Apn) – E’ un successo davvero straordinario quello registrato ieri sera dal teologo Vito Mancuso e dal nuovo priore di Fonte Avellana dom Gianni Giacomelli, che hanno chiuso ieri sera l’undicesima edizione del Gubbio No Borders festival. Circa seicento persone hanno preso parte all’incontro “Libertà di coscienza e coscienza della libertà”, organizzato in collaborazione con l’associazione di volontariato Il Gibbo e coordinato da don Angelo Maria Fanucci.

Il teologo e saggista Mancuso, autore del best seller “Obbedienza e libertà” (Fazi Editore, aprile 2012), e oggetto di discussioni e polemiche per le posizioni non sempre allineate con le gerarchie ecclesiastiche, sia in campo etico sia in campo strettamente dogmatico, ha risposto alle numerose sollecitazioni arrivate da don Angelo Maria Fanucci (Il Gibbo) e dal folto pubblico presente. “Il primo passo per la coscienza della libertà – ha detto Mancuso nell’introdurre il tema dell’incontro – è la consapevolezza della condizione nella quale siamo. Ci si sveglia a un’autentica, obbiettiva, profonda consapevolezza della libertà quando si prende coscienza che per moltissimi aspetti non siamo liberi; ma proprio quando prendi coscienza che non sei libero, tu lo diventi, perché la consapevolezza delle tue catene supera il fatto che hai le catene. E’ questa la forza del pensiero”.

Appassionati e calati nell’attualità, poi, gli spunti di riflessione offerti da dom Gianni Giacomelli, priore
del monastero camaldolese della Santa Croce di Fonte Avellana, situato alle pendici del monte Catria (Marche) a 30 km da Gubbio, chiamato in causa più volte da don Angelo Maria Fanucci sul tema della libertà di coscienza. “C’è difficoltà nella chiesa di sentire e di vivere questa profonda libertà, ma credo che oggi – ha affermato Giacomelli, parlando anche dell’importanza del binomio libertà/amore – sia molto più vero che è un mondo intero che non sente la libertà, che ne abusa, la violenta, la misconosce, la usa per la sopraffazione. La nostra concezione della libertà prevede la sopraffazione dell’altro, economica, intellettuale e ecclesiale. Dove c’è potere, sperimentare la libertà è molto difficile. Forse per questo che nella nostra chiesa dove ci strutturiamo in istituzioni di potere noi non abbiamo più la possibilità di amare e di essere liberi”.

Due ore di dibattito vivace e articolato che ha letteralmente rapito l’attenzione delle centinaia di persone presenti, calando il pubblico - variegato, attento, e proveniente da tutto il Centro Italia - in un’atmosfera di silenzio e riflessione. “Un momento di crescita – l’ha definito don Angelo Fanucci – un momento di fede ma anche laico perché crediamo profondamente che la laicità sia una delle componenti essenziali e ineliminabili del cristianesimo”.
Nell’introdurre la serata Luigi Filippini, direttore del Gubbio No Borders, ha sottolineato il successo della formula dell’undicesima edizione, caratterizzata dalla forte “interazione tra musica, letteratura, fotografia, teologia” che ha riscosso l’apprezzamento del pubblico, sempre entusiasta e interessato alle proposte della manifestazione.

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