Del consiglio comunale dello scorso 30 settembre quando il Sindaco, la Giunta e quel che resta della maggioranza, oltre al numero legale, hanno perso faccia e nervi sulla questione dell'ex consorzio non si è ancora detto abbastanza e non si sono tratte tutte le conseguenze politiche. Sarà stata una coincidenza, ma si dà il caso che il primo e più immediato strascico di quella seduta sia rappresentato dalle dimissioni del consigliere comunale monacelliano, Paolo Fiore.

In questi giorni, in verità senza tanta fretta, il capogruppo di SMS Paoletti, che alla corte di Sandra Monacelli deve aver fatto un corso accelerato di doroteismo e di democristianeria, è ritornato sulla questione ricordandosi di dover dare ai cittadini ed al suo elettorato qualche spiegazione a giustificazione dell'abbandono di uno dei principali e più votati protagonisti del successo di quella lista. L'ha fatto accreditando, senza particolari ambizioni di essere creduto, la versione ufficiale, quella della prima ora, che voleva il consigliere comunale dimissionario non per le tante divergenze con il Sindaco e con la Giunta, rimaste peraltro pubblicamente inespresse, bensì per motivi di lavoro: il noto professionista della sanità non potrebbe più adeguatamente garantire quell'impegno al servizio della Città che richiede la partecipazione ai lavori del consiglio comunale e della terza commissione consiliare permanente, quella per la sanità e per gli affari sociali, da lui fin qui presieduta.

Non che l'apporto al Consiglio comunale ed alla res publica locale del dimissionario sia stato in questi due anni e mezzo di mandato così degno di nota e di memoria, anzi, ed alla luce ciò le sue dimissioni non costituiscono certo una grande perdita della politica e per la pubblica amministrazione di questa Città, per quanto restiamo convinti che una degnissima persona quale è Paolo Fiore avrebbe potuto senz'altro dare molto di più alla nostra Città in altre condizioni politiche, completamente diverse dalle attuali. Le sue dimissioni rappresentano semmai il fallimento del progetto politico dei monacelliani e il loro squagliamento nella maggioranza di centro destra, così come dimostrano l'incapacità del gruppo a tenere bordone e mantenere i suoi pezzi nel conflitto ingaggiato con il Sindaco e con la Giunta e divenuto oramai permanente, persistente ed irreversibile.

Tant'è che tra le cause delle dimissioni di Fiore, oltre quelle professionali, si parla anche di una scintilla che avrebbe scatenato l'incendio proprio dopo il consiglio comunale del 30 settembre, quando la sua assenza era stata pubblicamente giustificata dal Presidente Vecchiarelli per dei motivi di lavoro che avrebbero chiamato fuori Città il consigliere comunale, salvo poi verificare che il consigliere stava sì lavorando, ma non certo fuori Città e la responsabilità pubblica o la fedeltà alla maggioranza avrebbe invece preteso la sua presenza. Questo retroscena che tutta Gualdo conosce ed al quale vogliamo noi dare voce manifesta rappresenta una volta di più lo sconquasso che c'è in una maggioranza su cui si dovrebbe fondare il governo della nostra Città: l'accertamento della veridicità delle giustificazioni del consigliere fatto compiere da esponenti di Giunta non poteva che essere preso come un affronto personale e a questo sono seguite a strettissimo giro di posta le dimissioni irrevocabili. Questo è quanto può succedere in politica quando non si ha il coraggio di prendere il toro per le corna, di dare corpo e manifestazione chiara ai propri malesseri ed alle proprie divergenze e di trarre tutte le conseguenze politiche in coerenza di ciò che uno pensa.

La vicenda delle dimissioni di Fiore, da qualsiasi parte la si voglia guardare e a qualsiasi versione si voglia prestare più credito, rappresenta comunque l'ennesima caduta della maggioranza e necessita di ulteriori e doverosi chiarimenti innanzitutto da parte del Sindaco. Fiore si è infatti dimesso da consigliere comunale, ma non dalla Presidenza dell'EASP. Noi crediamo che le Istituzioni pubbliche, tanto più quando esse svolgono una funzione sociale e prestano un servizio fondamentali alla comunità, debbano essere preservate nella loro serenità e debbano essere poste al riparo dalle scorribande della politica e, nella fattispecie, dai regolamenti di conti di questa maggioranza allo sbando. In entrambi le cause delle dimissioni di Fiore si ravvedono infatti l'impossibilità di proseguire nel suo incarico alla Presidenza di un Ente che per le sue necessità attuali, per le sue sfide future e per l'importanza che esso riveste nella risposta ai bisogni socio-assistenziali della nostra Città ha bisogno di tutto fuorchè di una guida ad intermittenza o di una guida che non gode neanche più della fiducia di chi l'ha designato e che, nella consumazione e nell'irreversibilità delle loro conflittualità politiche, non si saprebbe più a chi debba rispondere del suo operato e a quali sollecitazioni di indirizzo debba uniformarsi.

Non si capisce infatti come Fiore non possa avere tempo da sottrarre al proprio lavoro per svolgere i compiti e le responsabilità di un consigliere comunale e lo ritroverebbe d'incanto per quelle molto più impegnative e consistenti di Presidente dell'EASP. Così come non si capisce come la perdita di fiducia reciproca tra lui e chi l'ha designato possa essere d'aiuto nel prosieguo di questo incarico e possa fare da base ad un lavoro proficuo e sereno.

L'EASP ha già subito contraccolpi dalle politiche di taglio delegategli ed impostegli dalla Giunta Morroni e dalla precarietà politica della maggioranza. Il Sindaco, in questa occasione, non può più limitarsi a fare il capo bastione e deve dimostrare, una volta per tutte, di saper ergersi al di sopra delle parti, come si conviene al suo ruolo, e di agire con responsabilità per il bene della Città e di quest'Ente. Non può consentire che un altro campo di battaglia della guerra permanente nella sua maggioranza allo sbando, dopo quanto è successo con Fiore, possa trasferirsi d'ora in poi anche all'EASP, con grave rischio di tenuta delle sue funzioni e di successo dei suoi programmi di riorganizzazione, soprattutto in riferimento alla prospettiva di una sua ridestinazione nel Calai.

Ripetiamo: le Istituzioni, le loro funzioni e i loro servizi debbono essere preservate e messe al riparo dai giochi e dai litigi della politica. L'EASP deve poter contare su una guida che svolga con presenza, continuità e serenità il suo incarico e, di converso, la Città pretende trasparenza, stabilità, responsabilità e coerenza da un Ente i cui programmi di esercizio corrente e di futuro debbono essere pubblicamente noti, intelligibili e rispondenti agli indirizzi che il Sindaco e la Giunta dispongono e pongono a confronto nel consiglio comunale.

Dopo quanto è successo nella vicenda di Fiore e dopo quanto gli stessi protagonisti hanno detto di essa, la strada del Sindaco è obbligata: è la revoca della designazione di Fiore alla Presidenza dell'EASP e la contemporanea sua sostituzione con una figura che possa una volta per tutte sottrarre l'Ente dalle diatribe politiche. Una figura il cui profilo non debba essere selezionato in virtù della tessera di partito e dell'appartenenza politica o, peggio, dell'interesse personale o particolare, ma che possa attingere a requisiti di competenza manageriale ed organizzativa e a tratti di merito istituzionale ed amministrativo. Una figura che in questo frangente possa elevare l'EASP al di sopra dell'emotività e di quelle turbolenze che segneranno la fine prossima ed ingloriosa della Giunta delle destre. Il Sindaco si faccia una ragione almeno di ciò e dimostri almeno su questo versante quel senso di responsabilità, quella coerenza e quell'amore per la Città che la situazione politica ed amministrativa densa di instabilità e di conflittualità interna alla maggioranza richiede.


Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini
 

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