Hai voglia a mettere la testa sotto la sabbia, colorando di ottimismo una realtà umbra che invece negli ultimi anni, quale che sia quello di riferimento (il 2007, ultimo anno prima della recessione, o il 2010, inizio dell’era Marini a Palazzo Donini), ha avuto un andamento tra i peggiori d’Italia e, in alcune voci, il peggiore d’Italia. Per chi non ne fosse convinto, i dati di fonte ufficiale ripetutamente pubblicati stanno lì a spiegarlo con chiarezza.

La continua caduta della presidente Marini, tocca il minimo storico di gradimento mai registrato nella regione da quando viene svolta l’indagine Ipr Marketing per il Sole 24 Ore

Ma mettere la testa sotto la sabbia alla lunga non serve, perché poi arriva il giudizio dei cittadini e, quando sono chiamati alle urne, degli elettori. Se mai ce ne fosse stato bisogno, infatti, a decretare la grave perdita di consenso della presidente della Regione, Catiuscia Marini, arriva l’indagine annuale Governance poll, curata da Ipr Marketing per Il Sole 24 ore (l’elezione di oggi del quotidiano economico riporta in dettaglio tutti i dati, relativi a sindaci e presidenti di Regione). Certifica che il gradimento che i cittadini umbri riservano alla presidente Marini continua a scendere e nel 2016 è arrivato al minimo storico del 39% (una percentuale mai così bassa da quando viene realizzata l’indagine). Una perdita di 3,8 punti percentuali rispetto al 42,8% ottenuto un anno e mezzo fa dalla Marini alle elezioni regionali, che fa scendere la presidente umbra all’11° posto nella graduatoria nazionale sul gradimento dei presidenti di regione. Se poi si va ai dati di qualche anno indietro, la perdita di gradimento della presidente è impressionante. Nel 2012, ad esempio, a Marini otteneva il 51% e si piazzava settima in graduatoria.

Insomma, una perdita di consenso impressionante che non si ferma e che porta la presidente addirittura sotto il pessimo risultato delle elezioni regionali 2015, quando vinse su Claudio Ricci solo al fotofonish. La cosa più grave è, poi, che il ‘fondo’ dell’atteggiamento degli umbri verso la presidente non è positivo e, quando si scende sotto una certa soglia di gradimento, recuperare la fiducia diventa difficilissimo. Per la Marini è, forse, l’ultimo segnale: o cambia strada, oppure gli ultimi due anni e mezzo di legislatura regionale non faranno altro che approfondire il solco, sempre più profondo, tra Regione e cittadini umbri.

Colpa sua? Sì e no. No perché evidentemente la Marini paga un declino economico-sociale dell’Umbria che ha cause profonde e anche non recenti. Sì perché la presidente non sembra aver messo in campo politiche adeguate e i suoi messaggi, sempre più ripetitivi e stanchi di chi sembra preso dal panico e non sappia più che fare, non arrivano ai cittadini umbri, non li mobilitano, non offrono una speranza, un futuro. Ma su questo entreremo in dettaglio in un prossimo articolo.

Romizi e Di Girolamo

Il più soddisfatto della nuova indagine di Governance poll dovrebbe essere il sindaco di Perugia, Andrea Romizi. Non sale rispetto all’indagine di un anno fa, ma riesce a fermare l’arretramento – che va considerato fisiologico – che aveva registrato nell’indagine di un anno fa rispetto a quanto ottenuto nel 2014 nel ballottaggio vincente contro Boccali. A Romizi Governance poll assegna un gradimento del 52%, esattamente lo stesso di un anno fa, mentre il sindaco di Perugia nel ballottaggio del 2014 aveva ottenuto il 58%.

Risultato da leggere con particolare attenzione per il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo: Scende al 51% di gradimento - che comunque gli consente di superare la quota simbolo del 50%, - rispetto al 52,5% di un anno fa, ma fa meglio del gradimento rilevato rispetto a due anni fa, quando ottenne il 50,5%. Il sindaco Di Girolamo, però, è sotto di 8,5 punti percentuali rispetto a quanto ottenne al momento dell’elezione per il secondo mandato da primo cittadino di Terni. L’impressione è che Di Girolamo abbia subito un certo logoramento, ma non grave e che comunque si può recuperare. In ‘fondo’ dell’atteggiamento dei ternani verso di lui è, infatti, positivo.

Quanto alla posizione in graduatoria generale, Di Girolamo precipita dal 59° al 71°nella classifica di tutti i sindaci di comuni capoluogo di provincia, mentre Romizi arretra di poco, dal 63° al 67° posto.

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