La sanità pubblica è un bene comune e il principale fondamento dello stato sociale. Il combinato disposto dei tagli già effettuati dal governo Berlusconi e di quelli ulteriori previsti dalla spending review del governo Monti rappresenta l'affondo finale contro una delle più importanti conquiste sociali del nostro Paese.
I tagli della cosiddetta spending review comporteranno nei prossimi tre anni un ammanco di 20 miliardi di euro. E’ un po’ come togliere la nutrizione artificiale a un malato già gravissimo ed è un regalo fatto alla sanità privata, compresa quella convenzionata, cioè pagata con i soldi di tutti.
Il taglio dei posti letto che si abbatterà sul sistema sanitario non è ancora precisamente quantizzato, ma si è parlato di un numero che va dagli 8 mila ai 22 mila. L’obiettivo è quello di raggiungere i 3,7 posti letto ogni mille abitanti. Numeri che pesano come pietre e fanno il paio con la percentuale di Pil che spendiamo per la sanità e che corrisponde al 7,1%,, a differenza del 9% che in media si spende nel resto d'Europa, con un numero altrettanto medio di posti letto ogni mille abitanti che supera le 4,5 unità.

Esso si abbatterà indiscriminatamente anche su un servizio sanitario regionale come quello dell'Umbria che ha dato già prova di saper ridurre gli sprechi e i doppioni con la riorganizzazione della sua rete ospedaliera, la riconversione a servizi territoriali dei nosocomi e la dismissione definitiva dei più vetusti tra essi, attestandosi come uno dei più virtuosi del nostro Paese in termini di qualità e di appropriatezza dell'offerta ed in termini di sostenibilità economica e di adeguatezza rispetto agli obiettivi di stabilità della finanza pubblica, pur senza accanirsi sui cittadini con l'inasprimento dei ticket.
Già i tagli messi a regime fin da quest'anno e risalenti alle ultime manovre finanziarie di Tremonti compromettevano nel profondo e nella carne viva del sistema la stabilità, la qualità e la quantità dei servizi della sanità umbra.

A fronte di questa situazione e nel segno delle migliori tradizioni di governo della nostra regione, la Giunta Regionale non si è fatta crescere l'erba sotto i piedi e ha messo in campo uno sforzo riformatore senza precedenti per difendere e mantenere il carattere pubblico del servizio sanitario, per ridurre ulteriormente le spese, per individuare e colpire gli sprechi laddove di annidano e per riallineare il sistema a quella cura dimagrante, già di per sé proditoria, non senza altri sacrifici per i cittadini e i territori. L'esito del nuovo processo riformatore avviato dalla Giunta regionale non è facile né scontato già in relazione ai tagli decisi dal governo Berlusconi. Non è ancora detto e non è ad oggi del tutto prevedibile se l'effettiva revisione della spesa sanitaria messa in campo con la riforma sanitaria umbra potrà efficacemente e completamente contemperarsi con il mantenimento degli standard dei servizi e senza ricorrere all'ulteriore inasprimento dei costi a carico dei cittadini per cure e prestazioni.

La spending review sulla sanità del governo Monti ha operato in modo altrettanto lineare, draconiano ed indiscriminato, ma soprattutto aggiuntivo e a riprogrammazione regionale avviata, senza distinguere tra le realtà virtuose come l'Umbria e quelle devastate dai debiti e già sottoposte ai piani di rientro come il Lazio. Il suo esito sarà disastroso sulla sanità dell'Umbria, compromettendo in partenza gli impegni, gli sforzi riformatori ed ogni possibile previsione programmatoria e questo è un dato già certo e largamente quantificabile.

É letteralmente risibile, se non fosse drammatico, il constatare che di fronte a questa nuova situazione, a questa disastrosa accelerazione verso la cancellazione della sanità pubblica nella nostra regione, vi sia tuttora qualcuno che non la considera, preferisca discettare sulle pur presenti criticità nella riforma sanitaria della Giunta umbra ed ometta al contempo di individuare con precisione le responsabilità politiche delle scelte e degli avvenimenti: costoro sono inconsapevoli, fuori tempo e fuori luogo. Ultimi in queste prove dell'assurdo gli pseudorivoluzionari del movimento di Beppe Grillo.
I cittadini si troveranno con meno servizi, dappertutto ed indipendentemente dai campanili, e con costi di gran lunga maggiori a loro carico, in una situazione che per effetto della crisi economica e sociale è fin d'ora drammatica e trova già da tempo tanti tra loro che hanno smesso di curarsi perché non sono più in grado di sostenere il costo delle spese sanitarie non più garantite da un sistema che dovrebbe essere universalistico, ma non lo è più.
Non solo. Se la riforma sanitaria progettata dalla Giunta regionale lasciava giustamente inalterate e tutto sommato indenni le previsioni di spesa per i servizi socio-sanitari (prevenzione, riabilitazione, assistenza domiciliare, servizi per anziani, disabili, salute mentale ecc.), con la spending review è compromessa anche la prospettiva di salvaguardia degli standard di servizio nei settori extraospedalieri, già pesantemente ed in precedenza falcidiati: su tutto giganteggia e giova ricordare la soppressione del Fondo nazionale per la non autosufficienza.

Oltre alle prospettive sciagurate che per effetto della spending review riguarderanno prima o poi e duramente anche l'ospedale comprensoriale di Branca, è necessario sottolineare come i nuovi tagli possano definitivamente compromettere anche la priorità cittadina per eccellenza: il riutilizzo e la riconversione dell'ex ospedale Calai. Tra le tante perle contenute nel decreto del governo v'è infatti anche il taglio dei posti letto da destinare alla riabilitazione e alla lungodegenza degli anziani: proprio uno dei capisaldi del progetto di ridestinazione del nostro vecchio ospedale. E, sempre nell’ambito di questo obiettivo, non v’è più alcuna garanzia perché qualcosa di nuovo si possa aggiungere nell’offerta dei servizi territoriali, pur in presenza di bisogni conclamati, ma tuttora privi di risposta anche su scala regionale o d’ambito territoriale.

I tagli alla sanità del governo Berlusconi e la spending review del governo Monti, a Gualdo, valgono e peseranno il doppio. Se ci aggiungiamo poi quanto accadrà nei prossimi anni come conseguenza della ratifica del fiscal compact, le prospettive diventano d’un nero ancora più cupo: è forte il rischio per cui insieme metteranno progressivamente in ginocchio la sanità ospedaliera ed è concreto quello per cui l’obiettivo della riconversione dell’ex Calai potrebbe essere definitivamente abbandonato, con conseguenze gravi sull’offerta dei servizi territoriali, in una Città che ha già pagato pegno alla riorganizzazione della sanità regionale e si è comunque sacrificata per un obiettivo di buona e lungimirante politica sanitaria.

È sconcertante da questo punto di vista assistere al silenzio assordante della politica locale, del Sindaco, della Giunta e del consigliere regionale dell'UDC Sandra Monacelli che, dopo aver tra loro litigato per mettere il cappello su questo oggetto del desiderio, per chi prometteva meglio, prima e di più, oggi si nascondono e non chiedono garanzie affinchè si metta al riparo dagli effetti della spending review sulla sanità umbra proprio l'obiettivo comune di tutta una Città, così atteso e dovuto da tanto tempo.

Al contrario e proprio per levare la voce anche da Gualdo in difesa del diritto alla salute dei cittadini, contro i tagli del governo Monti e contro gli effetti sciagurati che deriverebbero alla nostra Città dalla spending review daremo vita ad una mobilitazione straordinaria di Sinistra per Gualdo. “Giù le forbici dalla sanità pubblica! Difendiamo la salute dei gualdesi contro la malattia Monti.” sarà una tre giorni di presidi e di proteste che Sinistra per Gualdo metterà in campo affinchè tutti i cittadini siano informati a dovere, acquisiscano consapevolezza sulle conseguenze dei tagli del governo sulla sanità anche nel nostro territorio e si mobilitino a loro volta per contrastarli e respingerli.
Si parte venerdì 27 luglio con un presidio davanti all'ospedale comprensoriale di Branca che durerà per tutta la giornata. Sarà poi la volta di sabato 28 luglio, dalle 9.00 alle 12.00, con un presidio davanti al Centro Salute di Gualdo Tadino ed un volantinaggio all'EASP. La campagna terminerà giovedì 2 agosto con la presenza al mercato settimanale di Piazza Federico II e la visita finale in Comune dove faremo richiesta di un incontro al Sindaco ed alla Giunta per definire azioni comuni contro la prospettiva di cancellazione della sanità pubblica nella nostra Città.

Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini

 

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