CITTA’ DI CASTELLO - “La memoria storica e culturale della nostra città sta per arricchirsi di un nuovo capitolo particolarmente affascinante, il fascino tutto particolare dell'evento che si sta preparando consiste essenzialmente nella consegna agli occhi del giovane pittore di ogni nostro desiderio, di ripercorrere il suo strabiliante percorso artistico, di mostrarcelo ancora una volta, quel percorso, come se fosse la prima volta che sta iniziando un'attività destinata a incidere profondamente sull'evoluzione della nostra storia pittorica. E, mentre il pensiero torna con animo riconoscente alla mostra realizzata per il giovane Raffaello, fra il 1983 e il 1984, da Alessandro Marabottini,  mi sento di auspicare dal profondo del cuore il più grande successo per questo intervento espositivo di circa 40 anni dopo.” E’ quanto dichiarato dal sindaco, Luciano Bacchetta, questo pomeriggio, a Citta’ di Castello, nel Salone della Pinacoteca Comunale, per la presentazione della mostra, “Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo (ottobre 2020-gennaio 2021).

All’incontro hanno portato il loro contributo il consigliere regionale, Valerio Mancini, delegato dell’assessore regionale alla Cultura, Paola Agabiti (impossibilitata a partecipare) la storica dell'arte e membro del Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 500 anni della morte di Raffaello Sanzio, Michela Di Macco, la soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell'Umbria, Marica Mercalli e Laura Teza, professore associato di storia dell'arte moderna dell'Università degli Studi di Perugia. Presente anche il consigliere regionale, Miche Bettarrelli, già vice-sindaco di Città di Castello, che ha seguito tutte le fasi della costituzione del comitato e l’iter che ha poi portato all’allestimento di questo importante evento assieme ad altri rappresentanti istituzionali locali, provinciali e regionali.

“Ci attende infatti – ha proseguito Bacchetta -, un cammino organizzativo particolarmente difficile e laborioso, ma sono certo che, grazie al contributo e alla generosità della nostra comunità locale, nonché  per mezzo della collaborazione di tutta la comunità regionale, Città di Castello e il suo Museo saranno in grado di dare vita al sogno espositivo che si sta concependo attraverso le tracce di entusiasmo che gli occhi del giovane Raffaello sono ancora in grado di illuminare, con la loro pittura, ai nostri giorni”.

Il Comitato nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio ha individuato ed apprezzato il progetto della mostra alla Pinacoteca comunale di Città di Castello, dove si trova il “Gonfalone della Santissima Trinità”, nella quale verranno messi in luce alcuni aspetti della produzione artistica legata ai primi anni di attività del giovane Raffaello e agli echi che la sua lezione lasciò nella regione.

Questa mostra, aperta dall'ottobre 2020 fino al gennaio 2021, verrà curata da Marica Mercalli, soprintendente all'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell'Umbria, e da Laura Teza, docente di Storia dell'arte umbra dell'Università degli Studi di Perugia.

Raffaello mosse i suoi primi passi nella Città di Castello del Rinascimento, lasciandovi quattro opere fondamentali quali “l'Incoronazione di san Nicola da Tolentino” eseguita per la chiesa di Sant'Agostino, il “Gonfalone della Santissima Trinità” per l'omonima Confraternita, la “Crocefissione Gavari” per San Domenico e lo “Sposalizio della Vergine” per San Francesco. A parte il gonfalone, ancora presente in Pinacoteca Comunale, tutte le altre opere sono emigrate.

Intorno a quest'opera autografa verrà riallestito un percorso museale che darà conto dell'attività di Raffaello nei suoi primi passi di maestro autonomo. Si metterà in evidenza la figura di Raffaello giovane a Città di Castello, la sua formazione, il confronto diretto e fondamentale con Luca Signorelli e in particolare con “Il Martirio di San Sebastiano” conservato nella stessa Pinacoteca e il rapporto con la committenza locale.

“Con la presentazione di oggi entra nel vivo il programma di  iniziative che si terrà in Umbria nel 2020 in occasione  delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte di Raffello Sanzio attraverso un itinerario che coinvolgerà tutta la regione. Gli appuntamenti  legati al pittore urbinate, frutto del lavoro del Comitato organizzatore regionale, hanno come fulcro Città di Castello e Perugia, dove sono ancora presenti due opere originali di Raffaello, ma si snoderanno sul territorio regionale per valorizzare tutti i luoghi e le opere che testimoniano il passaggio dell’artista. Sono infatti molte le aree dell’Umbria dove è evidente l’influsso, diretto o indiretto, di Raffaello e dei suoi seguaci”, ha precisato il consigliere regionale, Valerio Mancini.

“In questo quadro – ha proseguito Mancini - il Comitato organizzatore nazionale ha individuato come finanziabile in particolare la mostra alla Pinacoteca comunale di Città di Castello dove si trova il Gonfalone della Santissima Trinità. Qui, grazie all’esposizione, verranno messi in luce aspetti dell’attività artistica legata ai primi anni di produzione del giovane Raffaello e agli echi che la sua lezione lasciò nella regione. Allo stesso tempo – ha aggiunto -  verranno valorizzati altri luoghi raffaelleschi dell’Umbria, così da creare rimandi culturali e ulteriori spunti di approfondimento.”

“Dopo aver messo a confronto le celebrazioni per i centenari della nascita (1483/1983) e della morte (1520/2020) del Grande Urbinate, si darà ragione dell’importanza delle manifestazioni previste in Umbria”, ha precisato Michela Di Macco che ha poi dichiarato che “in particolare verranno sottolineati gli approfondimenti di studio sulla cultura territoriale e gli eventi che contribuiranno alla tutela e che evidenzieranno il lavoro fatto a seguito delle devastazioni sismiche, nonché quelli che, a mostre concluse, accresceranno le potenzialità comunicative dei musei e in particolare i quello di Città di Castello”. 

“Questa mostra – ha detto Marica Mercalli - vorrebbe anche cambiare profondamente il percorso museale della Pinacoteca di Palazzo Vitelli alla Cannoniera, mettendo al centro Raffaello e “il suo sguardo”, curioso e indagatore, diretto verso Perugino e Luca Signorelli. Gli apparati espositivi, gli esiti della sua ricerca che sottende la mostra diventerebbero così permanenti e non effimeri, e destinati ad essere condivisi da un pubblico più ampio. In questo sforzo di ricerca dei fondi necessari a sostenere questa impresa si vorrebbe coinvolgere la città intera, in una campagna di vero e proprio crowdfunding, la più allargata possibile, sorretta da uno straordinario strumento fiscale quale l'Art Bonus, ancora troppo poco conosciuto e che oggi abbiamo illustrato nella presentazione della mostra”.

“I cittadini tifernati – ha concluso Mercalli - potranno quindi partecipare a una grande opera di riappropriazione di questa figura epocale del nostro Rinascimento, che ha mosso i suoi primi passi a Città di Castello, arricchendo la Pinacoteca di un nuovo sguardo anche sulle opere non più presenti in città, grazie anche all’utilizzo di riproduzioni digitali e virtuali.”

“La mostra – ha sottolineato Laura Teza - intende proporre al visitatore un percorso meditato, ma ben comprensibile, riguardante la cultura maturata dal giovane Raffaello a Città di Castello nei suoi primi anni di esordio come pittore. Si concentrerà sull’analisi della cultura figurativa con cui il giovane Raffaello si poté confrontare nei primi anni della sua attività di pittore tra Urbino e Perugia. A Città di Castello Raffaello lasciò ben quattro opere, in un arco di tempo che va dal 1500 al 1504. Il suo primo dipinto, che lo vede esordire come 'magister' autonomo con un contratto del dicembre del 1500, è una grande tavola con “'Incoronazione di san Nicola da Tolentino” eseguita per la chiesa di Sant'Agostino. Conservata in stato frammentario a Napoli (Museo Nazionale di Capodimonte), Brescia (Pinacoteca Tosio Martinengo) e Parigi (Musée du Louvre), si intende studiare e ricostruire in mostra l'assetto originario del dipinto, sulle orme dell'unica copia conosciuta, seppure parziale dell’opera, realizzata da Ermenegildo Costantini (1791), che ha giocato un ruolo fondamentale nella ricostruzione della grande tavola.

In occasione della mostra, oltre all'esposizione dei quattro frammenti, verrà presentata una ricostruzione virtuale della pala che ne riproporrà la fisionomia complessiva e la sua interazione con alcuni disegni di Raffaello elaborati nel corso della sua preparazione.

Cuore della mostra sarà il gonfalone della Santissima Trinità, unica opera del pittore rimasta in città, ora conservata in Pinacoteca, che testimonia il processo graduale di affrancamento dal suo maestro Perugino e il confronto diretto con Luca Signorelli”, ha concluso Laura Teza

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