Le Fonderie Tacconi, a S. Maria degli Angeli, sono una realtà industriale diventata incompatibile con l'abitato del paese, in un'area di valore naturalistico e paesaggistico da tutelare, vista la vocazione turistica della zona (Assisi dal 2000 è città UNESCO, Patrimonio dell'Umanità), culturale (Teatro Liryck).

Le Fonderie devono essere delocalizzate così come hanno già fatto da tempo tutte le altre fabbriche nate nel centro abitato e l’area deve essere bonificata.

L’attività e l'ubicazione dell’industria contrastano palesemente con i diritti dei cittadini, con molte normative urbanistiche, sanitarie e con leggi dello Stato: distanza dal cimitero, dalla ferrovia, mancanza di valutazione di impatto ambientale, destinazione residenziale del comparto del PRG, difformità rispetto al vincolo paesaggistico, scarichi liquidi e valori delle sostanze emesse con i fumi, vibrazioni e cattivi odori.

Stanno causando rischi rilevanti per la salute e per l'ambiente. Si ricorda che l'articolo 32 della Costituzione Italiana garantisce il diritto alla salute come inviolabile e deve essere tutelato in via prioritaria rispetto a qualsiasi altro interesse sia pubblico che privato.

Le FONDERIE TACCONI, industria insalubre di prima classe per legge, sono un problema di tutti, non solo di una via e di un paese, come si stanno accorgendo in tanti dopo l’incendio del 19-10-2018.

Lo hanno compreso anche le Istituzioni politiche e sanitarie, che, sollecitate dal Comitato, dopo un letargo durato decenni si sono messe in moto per affrontare i problemi relativi, creando un tavolo interistituzionale con la presenza anche del Comitato.

Infatti i cittadini, constatato il silenzio delle Istituzioni che avrebbero dovuto tutelare i loro diritti e la loro salute, si sono riorganizzati da molti mesi, denunciando il problema, raccogliendo firme, organizzando assemblee come quella pubblica del 17-11-2018, chiedendo accesso agli atti, dotandosi di una equipe sanitaria-giuridica (medici, avvocato, esperti), volantinando, per creare informazione e conoscenza.

Il numero dei morti in zona è sospetto e va indagato ed è compito delle autorità competenti dare risposta a domande ed interrogativi.

L’inquinamento è democratico, non risparmia nessuno, tutti ne sono colpiti e quindi è compito di ciascuno occuparsene in difesa della propria salute.

Il profitto di un’azienda, anche se giusto, non può essere fatto sulla pelle dei cittadini ed anche di quella dei lavoratori a cui noi non ci contrapponiamo, in una guerra tra poveri. La soluzione che auspichiamo e per cui noi lottiamo non può che non essere la salvaguardia della salute e dei diritti di tutti, abitanti ed operai.

Ognuno faccia la sua parte: proprietà, politica ed istituzioni, perché i cittadini e in particolare gli abitanti della zona di via Protomartiri Francescani sono arcistufi di subire le conseguenze dei danni ambientali e alla salute prodotti per gli interessi di qualcuno.

Comitato dei cittadini di via Protomartiri Francescani

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