Di nuovo in presidio sotto le bandiere di Cgil, Cisl e Uil davanti a un ospedale per dire che così la situazione non è più sostenibile e che il personale - comprese ditte esterne e cooperative - è arrivato al limite. Stamattina a Foligno, all’ingresso del San Giovanni Battista, i sindacati della funzione pubblica insieme a molte lavoratrici e molti lavoratori del nosocomio hanno voluto manifestare - naturalmente nel rispetto di distanze e misure di sicurezza - per denunciare una situazione che ancora una volta ha superato i livelli di guardia. 
Tre in particolare gli aspetti più critici secondo Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl. Il primo, sul quale i sindacati battono ormai da oltre un anno, è quello delle mancate assunzioni di personale stabile. Più volte promesse (addirittura 1550, ha annunciato la Regione), ma ancora ferme al palo, mentre si continua a ricorrere a contratti a termine e agenzie interinali, con le regioni limitrofe che hanno rafforzato notevolmente i propri organici anche attingendo alle professionalità presenti in Umbria. Questo naturalmente comporta un sovraccarico di lavoro per il personale attualmente in servizio, che è da mesi sotto l’onda della pandemia senza possibilità di riposo. 
Il secondo problema è il nodo dell’organizzazione interna ai presidi, fondamentale soprattutto per un ospedale misto come quello di Foligno, che sarebbe dovuto restare covid-free, ma in realtà oggi ospita circa 50 pazienti covid, di cui 10 in terapia intensiva. Il tutto però senza aver previsto - secondo i rappresentanti sindacali - un’adeguata separazione di spazi e percorsi. 
Infine, c’è il grande tema delle vaccinazioni, che hanno lasciato fuori una fetta importate di personale che opera all’interno del nosocomio, come le lavoratrici delle ditte di pulizie, non solo non vaccinate, ma nemmeno sottoposte a tamponi periodici per lo screening, come avviene invece per i sanitari. “Tutto questo non solo mette in ginocchio il personale di questo come di molti altri ospedali dell’Umbria - hanno sottolineato Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl - ma crea pericolo per la popolazione e per l’utenza. È quindi nell'interesse generale che chiediamo alla Regione di smetterla con chiacchiere e false promesse e cominciare a dare risposte concrete, nell’interesse della tutela della salute cominciando prima di tutto ad ascoltare e recepire le proposte e i consigli che arrivano da lavoratrici e lavoratori”. 
 

Condividi