Il Festival delle Nazioni rimane coinvolto nelle liti intestine del Patito democratico e si vede imporre una
figura, quella del portavoce, al solo fine di garantire una presenza interna alla gestione del Festival sia alla componente di Guasticchi che a quella della Cecchini.

Ad affermarlo è il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani del Pdl che a proposito di questa nomina afferma: “il portavoce è una figura completamente inutile e ancor più priva di sostanza, in considerazione del
fatto che presidente del Festival è un giornalista di fama nazionale che in questi anni ha svolto egregiamente la funzione di comunicazione esterna della manifestazione” .

“In realtà - spiega Lignani Marchesani – c’è da augurarsi che il consiglio di amministrazione soprassieda ad una nomina ridicola, che sarebbe vista all’esterno come una limitazione alle stesse capacita professionali
del presidente. I quattro consiglieri di amministrazione erano diventati, in sede di assemblea, un numero troppo esiguo per garantire la conferma, scontata e giusta, di Giuliano Giubilei e quella dell’inossidabile e
sempreverde Venanzio Nocchi”.

“Il bello della vicenda - conclude Lignani Marchesani - è che, in sede di dibattito, è stato il sottoscritto ad essere stato accusato di fare politica dentro il Festival, quando invece è di tutta evidenza il contrario. La
città in declino è stanca di queste stantie lotte di potere e non ne ha certo bisogno. Tanto meno ne ha il Festival, grazie a un valido direttore artistico che, con poche risorse rispetto ad altre manifestazioni, riesce a
fare un programma di qualità”.

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