TERNI - Dopo l’incontro che si è svolto lo scorso 16 luglio nella sede della Regione a Terni, che aveva ad oggetto la vertenza Alimenti Italiani, ed al quale hanno partecipato oltre al vice presidente e assessore allo sviluppo economico della Regione Umbria, Fabio Paparelli, anche i rappresentanti dei Comuni di Terni, Amelia e Spoleto, e  i sindacati di categoria Rsu dell’azienda, è stato reso noto il documento congiunto sottoscritto tra le parti che costituirà la proposta che verrà sottoposta all’attenzione al Ministro del Lavoro Luigi Di Maio nell’incontro previsto a Roma, nella sede del Ministero, il prossimo 24 luglio.

“La crisi del gruppo Novelli – si legge nel documento -, che occupa attualmente in Umbria circa 350 dipendenti, si manifesta a partire dal 2012. A fronte del rischio di fallimento fu definito al Mise, un percorso di ristrutturazione aziendale passato attraverso la nomina da parte della Holding di controllo di un nuovo Cda. Il relativo Piano asseverato di ristrutturazione aziendale, presentato al Tribunale di Terni ed approvato dai creditori, oltre a garantire la continuità produttiva ed i livelli occupazionali, doveva portare alla cessione del perimetro aziendale, possibilmente come auspicato e sollecitato da tutti i soggetti presenti al tavolo nazionale, in termini unitari.  In esito al percorso l’unica proposta di acquisto presentata, così come riferito dal presidente del Cda, fu quella della Holding iGreco che ha portato nel dicembre 2016 alla cessione dell’intero perimetro aziendale, comprese le società agricole del gruppo, alla Alimentitaliani.

La Alimentitaliani, nel gennaio 2017, ha proceduto alla cessione delle aziende agricole ad altra società del Gruppo iGreco ed immediatamente dopo, febbraio 2017, alla apertura della procedura di concordato presso il Tribunale di Castrovillari.

La procedura di concordato è stata giudicata non ammissibile dal Tribunale e nel dicembre 2017 è stato dichiarato il fallimento di Alimentitaliani srl, concesso l’esercizio provvisorio delle aziende per un anno, fino al 22 dicembre 2018; nominando i curatori fallimentari. Nel mese di giugno scorso la curatela ha pubblicato cinque avvisi relativi alla formulazione da parte degli interessati di offerte di partecipazione alla procedura competitiva per l’affidamento di affitto di ramo di azienda.

Le procedure avviate prevedono la presentazione delle offerte entro il 27 luglio, mentre il 31 saranno aperte le buste contenenti le offerte.

Questo è il quadro di riferimento che prefigura diversi scenari possibili, fermo restando che per quanto ci riguarda dovranno essere comunque salvaguardate la tenuta e la prospettiva industriale ed occupazionale dei siti produttivi, anche facendo ricorso alle previsioni degli avvisi stessi che nel paragrafo dedicato alle “modalità di aggiudicazione” recita che “la Curatela sarà libera di non accettare nessuna offerta a proprio insindacabile giudizio e senza che ciò comporti alcun diritto ad indennizzi o risarcimenti da parte degli offerenti”.

Il primo scenario auspicabile, ed auspicato da tutti, è quello per cui vengano presentate le offerte in grado di soddisfare i requisiti e le condizioni previste per l’aggiudicazione dell’affitto di ramo d’azienda nei diversi avvisi.

Nel caso in cui questa condizione non dovesse essere realizzata, potrebbero prefigurarsi ulteriori diversi scenari.

Va in primo luogo precisato che comunque andrà garantita la continuità di gestione oltre il 31 luglio 2018, dando seguito all’esercizio provvisorio.

Il primo scenario, quello laddove non venga presentata nessuna offerta, è nostra opinione che in questo si debbano ricercare le condizioni per garantire alla continuità di gestione, peraltro mantenendo così anche il valore dell’impresa, per addivenire a successivi avvisi o ad altre modalità di assegnazione tali comunque da garantire la tenuta industriale dei siti.

L’altro scenario possibile è che vengano presentate offerte solo per alcuni rami di azienda; in questo caso auspichiamo che le eventuali offerte pervenute siano valutate anche in un’ottica di mantenimento e protezione del valore di quei rami di azienda senza offerta, che dovranno essere in ogni caso oggetto di successive procedure di aggiudicazione. Resta la necessità di garantire la continuità di gestione per i rami di azienda che non saranno oggetto di assegnazione.

 

Condividi