PERUGIA - “Se la Regione pensa che tutti i principali problemi della sanità regionale e che gli unici provvedimenti utili a migliorare ed a rendere più efficiente il sistema, siano quelli di comprimere e penalizzare il personale ed in particolare i medici, i veterinari e le altre figure della dirigenza sanitaria, riteniamo che si stia imboccando una strada senza uscita  e si rischia di peggiorare in maniera significativa la quantità e la qualità dell'assistenza da garantire ai cittadini dell'Umbria”. E' questo in sintesi l'allarme lanciato dai medici della CISL nel corso di un Comitato Esecutivo che si è tenuto negli scorsi giorni a Foligno.

In particolare si è sottolineato come la mancanza di un nuovo Piano Sanitario Regionale incida pesantemente sull'organizzazione dei servizi sanitari e sia responsabile di importanti e gravi divaricazioni che si verificano quotidianamente nei diversi territori e che si riflette nella pianificazione dei servizi e delle attività. “Senza una revisione dell'organizzazione dei servizi, ospedalieri e territoriali, senza una programmata azione di integrazione tra i vari servizi – hanno sottolineato i medici della CISL- non ci si può meravigliare se, giorno per giorno, al di là di possibili condizioni di emergenza stagionale, si continuano a lamentare liste di attesa ancora lunghe, barelle ed  appoggi fuori reparto in strutture non adeguate alla patologia dominante”.

Nel corso dell'esecutivo sono stati anche approfonditi alcuni aspetti organizzativi dei Dipartimenti di Prevenzione, “un settore strategico per l'intera salute della collettività –è stato quindi precisato- che in maniera emblematica vede deliberati in questi giorni, senza il minimo coinvolgimento, assetti organizzativi pesantemente diversificati e che rischiano di non poter garantire un livello efficiente dei servizi sui territori delle due ASL regionali. Garantire servizi efficaci ed efficienti infatti in territori vastissimi che vanno da Città di Castello a Città della Pieve da un lato e da Foligno ad Orvieto dall’altro con una sola unità gestionale sarà più un modo di dire che non una concreta realtà”.

Sono state inoltre rilevati forti riserve su alcune scelte della sanità regionale “che recepiscono delle normative nazionali solo gli aspetti penalizzanti, come nel caso dei parametri del comitato LEA in riferimento alla organizzazione gestionale dei servizi negli ospedali e nei territori (strutture complesse e semplici)”. A tal fine la CISL medici dell'Umbria sta valutando, anche alla luce del recente pronunciamento del TAR dell'Umbria che ha dichiarato illegittime alcune parti della delibera 1084/2015, un percorso di contestazione anche in sede legale.

Infine sono stati  approfonditi alcuni temi riguardanti la sicurezza delle cure e la responsabilità professionale anche alla luce del Disegno di Legge, in via di approvazione definitiva alla Camera dei Deputati.

CISL Medici dell’Umbria

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