di Armando Allegretti

 

PERUGIA - Un giorno di amore e politica, Un giorno di sentimento e socialità, Un giorno di emozione ed ideologia. Sono i tre libri che compongono la trilogia di Paul Beathens “Con emozione…con emozione altissima” presentato ieri in una Sala della Partecipazione di palazzo Cesaroni, piena come non mai, durante l’iniziativa Umbria libri 2012. Umbrialeft ha parlato con Wu Ming 1, autore della prefazione del libro, amico dell’autore e studioso della poetica di Paolo Vinti. Abbiamo parlato di Umbria Libri, di Paolo, del libro e dei progetti futuri. Ecco come è andata.

Cosa ne pensi di questa iniziativa, Umbria Libri, così importante per l’Umbria e tanto riconosciuta anche a livello nazionale?
Non sono un esperto di tutte le manifestazioni incentrate sui libri che ci sono in Italia ma mi sembra che quasi tutte siano incentrate su una sola città. Umbria Libri è la prima che mi viene in mente che invece ha una dimensione regionale, svolgendosi in parte a Terni e in parte a Perugia. E secondo me è una cosa più sensata anche per il fatto che la prima parte della manifestazione si svolge a Terni, che anche al livello nazionale è una città di cui non si parla mai se non per questioni di acciaio e di dismissione di fabbriche, e in parte a Perugia che è una città più sotto i riflettori a livello nazionale. È più egualitario in qualche modo, è mettere le due città in una dimensione più parietaria, mi sembra una cosa sensata, proprio a livello di integrazione del territorio.

Veniamo all’evento particolare, sei a Perugia a presentare l’ultima raccolta di scritti di Paolo…
Sulla questione specifica, invece, sono qui per presentare il libro che raccoglie la trilogia poetico-politica di Paul Beathens, Paolo Vinti, perché ho scritto la prefazione. L’anno scorso, qualcuno ricorderà, sono venuto a tenere una conferenza sulla poetica di Paolo che ho studiato a fondo cercando di individuare quali sono le sue strategie testuali, le sue retoriche, qual è la sua poetica e come usa questa poetica politicamente. Dall’intervento dell’anno scorso ho tratto questa prefazione cercando di sistematizzare cose che l’anno scorso avevo detto un po’ più a braccio. C’è anche un’operazione più vasta che è quella di cominciare a ripubblicare i testi di Paolo. Credo che questo sia solo l’inizio perche ci sono tanti altri testi sparsi in quei fogli e in quei giornali che lui si auto produceva e poi distribuiva in giro per la città.

Raccogliere e ripubblicare gli scritti di Paolo per farlo conoscere anche a chi non è della città insomma?
Si. È una figura secondo me molto importante che travalica molto il piano cittadino e locale ed è giusto che venga conosciuto anche fuori Perugia. È un po’ il paese dei 100 campanili, ci sono tante realtà che sono molto conosciute sul livello molecolare del territorio e di cui però si sa poco altrove, invece Paolo aveva un’impostazione totalmente internazionalista, universalistica, cosmica - per usare un’espressione che a lui piaceva molto, quella del cosmo – e al tempo stesso Paolo era parecchio umbro, cioè in qualche modo in lui si è prodotta una delle tante possibili sintesi di tante figure umbre a cominciare da Francesco.

Come Francesco?
Paolo aveva questa cosa del predicare per strada, una sorta di paupertas, che non era una povertà in senso letterale ma era l’essere il santo straccione, la forza della figura che lui proponeva agli altri con un’autodisciplina assolutamente ferrea. Una figura fortemente ispirante che ha scritto e declamato cose importanti e spero che da Perugia si riesca a portare fuori la poetica di Paolo. Già noi sul nostro blog, Giap, abbiamo dedicato diversi post a lui, linkando diverse cose che ci sono su youtube e pubblicizzando il documentario dedicato a lui, il film Astratto Rosso, e in qualche modo siamo riusciti a creare una curiosità intorno alla sua figura. Si tratta ora di approfondirla, di continuare a riprenderla.

Sapevi che a Perugia sarà dedicata una via a Paolo?
Si, mi ha fatto molto piacere l’omaggio toponomastico, il fatto che gli si venga intitolata una via. Insomma vengono intitolate vie a tanti pezzi di m… e mausolei a criminali di guerra, credo che sia doveroso, una controtendenza in questo senso.

Prima mi hai parlato del vostro blog, e la domanda a questo punto è d’obbligo:  proposito dei lavori futuri, c’è qualcosa in programma?
Si, sto finendo un libro che ho scritto a quattro mani con il mio agente, Roberto Santachiara. Si tratta di una storia abbastanza strana, nel senso che siamo andati in Kenya due anni fa a scalare il monte Kenya, io e lui, inseguendo una storia molto particolare di tre prigionieri di guerra italiani che nel febbraio del ’43 evasero da questo campo di prigionia inglese dove erano rinchiusi, ma evasero non per fuggire, ma per scalare il monte Kenya, alto 5mila metri. È una storia molto curiosa e molto avvincente, un’avventura che nel mondo dell’alpinismo è abbastanza conosciuta, ma nessuno sa questi tre personaggi cosa avessero fatto prima, perché fossero prima, cosa hanno fatto dopo, ecc. il libro, quindi, è la storia di questi tre prigionieri e per realizzarlo abbiamo lavorato di archivio, di interviste, abbiamo studiato a fondo per tre anni e dovrebbe uscire in primavere prossima e si chiamerà Point Lenana che è il nome della vetta del monte Kenya sulla quale siamo stati e sulla quale anche loro erano stati nel ‘43.

Come Collettivo Wu Ming invece?
Invece come intero collettivo Wu Ming, ormai già da diversi anni, stiamo lavorando a questo grosso romanzo sulla rivoluzione francese che dovremmo consegnare in estate e quindi dovrebbe uscire tra un anno a partire da adesso, per la stagione natalizia del 2013.

 

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