PERUGIA - In una lettera aperta agli amici ed iscritti all‘IdV, Emanuele Palmieri (Segretario regionale  eletto giovani Umbria), spiega e motiva il suo distacco dal partito.  “Dopo l'ultima scorrettezza vista al congresso nazionale giovani – scrive nella lettera - ho deciso di dimettermi da segretario regionale IdV giovani Umbria, un partito che ormai è diventato l’Italia dei disvalori”.

Secondo Palmieri, esistono troppe ingiustizie e raggiri politici all’interno del partito allo scopo di imporre, con la prepotenza e il volere di pochi esponenti fedeli a Messina, il proprio tornaconto di casta senza nessun interesse per il partito stesso.

“A livello regionale – aggiunge Palmieri - una delle tante ingiustizie avviene quando l'Umbria viene commissariata dopo che Brutti, messo in minoranza dal coordinamento regionale, si dimette. Gravissima infatti è stata la risposta di Ignazio Messina che si è prestato al ricatto col quale Brutti prima, voleva convincere i segretari provinciali a votare per lui, poi, ne ha preteso il commissariamento non essendo riuscito a piegarli. Nonostante le intimidazioni – continua nella nota Palmieri - l’assemblea regionale ed i segretari provinciali di Terni e Perugia votano contro Brutti e lo costringono alle dimissioni.  Il commissario Pipitone, nominato ed inviato dopo la sonora sconfitta democratica di Brutti al coordinamento regionale e conseguenti dimissioni, mette in atto una repressione radicale del dissenso cacciando vari esponenti tra cui Romagnoli, ex segretario provinciale”.

“Una delle ultime malefatte, gravissima nel settore giovanile – scrive Palmieri - che posso testimoniare  personalmente si è consumata nel congresso  nazionale giovani pochi giorni fa. Tutti i segretari regionali giovani dovevano eleggere tra loro cinque persone che avrebbero rappresentato gli altri all’esecutivo nazionale, uno per ogni circoscrizione europea.  Per assicurare al gruppo “casta” la maggioranza nell’esecutivo nazionale – commenta Palmieri - le nomine vengono forzate per  favorire persone amiche, fidanzate di dirigenti o parenti, tali che non possano in alcun modo alterare la maggioranza blindata che ha messo le mani sul partito, oramai dei disvalori. “

Nella lettera aperta  Palmieri  conclude  definendo il partito IdV senza nessuna prospettiva di crescita  e sviluppo delle "politiche" che servono unicamente a spartire in stipendi d’oro, per una decina di accoliti e relativi portaborse, i milioni di euro che il partito ha in cassa del finanziamento pubblico lasciati in eredità da Antonio Di Pietro.

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