di Nicolò Ollino.

Le elezioni federali in Germania segnano soprattutto uno schiaffone per gli attori della Grande Coalizione: CDU/CSU e SPD perdono sommati 5 milioni di voti rispetto al 2013, cioè un 12% complessivo. 
Crescita assurda dei liberali al 10,7% (4,8) e angosciante di AfD al 13% (4,7) che entrano nel Bundestag con un boato di seggi. Entrambe le forze rubano voti alla grande coalizione, i primi soprattutto a Ovest, i secondi soprattutto a Est. 
I Verdi crescono leggermente soprattutto sulle macerie della SPD (si stima che dei 500.000 voti assoluti in più almeno 4/5 arrivino da li) e potrebbero essere pronti alla responsabilità di governo con asse a destra. Una coalizione Jamaica che potrebbe mandarli in fumo in pochi anni.

AfD, aspettiamo i dati settoriali (reddito, età, istruzione, lavoro), triplica i voti assoluti, sfonda come detto a Est (sono prima forza in Sassonia) e si inizia ad allargare a Ovest. Sono in qualche modo il volto pulito che non è mai stato NPD (i neonazi) che infatti ne esce svuotato, ma più pericolosi. Si nutrono di paura della gente che soffre, egoismo di chi ha qualcosa, ambizione egemonica di chi ha di più. Una Lega Nord con una spruzzata di Radicali su attenzione ai diritti civili e sprezzo di quelli sociali.

Se non prendono ancora di più è solo grazie alla DIE LINKE contando che l'elettorato AfD è, dati alla mano, fortemente concorrenziale con la Linke. 
La quale, infatti, cresce: prende più di mezzo milione di voti in più rispetto al 2013 (+0,6 in % ma l'affluenza è cresciuta del 5%, pare 5 seggi in più di cui anche uno in più uninominale) e circa il doppio dei voti assoluti rispetto alle europee 2014 dove però l'affluenza era stata ridicola.

2013 - (aff 71,5%) 8,6%/3.755.699 
2014 - (aff 48,12%) 7,4%/ 2.167.641
2017 - (aff 76,2%) 9,2%/ 4.296.762

Per la Germania si preannunciano 5 anni duri, numericamente meno solidi di questi ultimi. Dalla qualità dell'opposizione che verrà portata avanti da SPD, AfD e Linke si determinerà lo scenario di domani. 
Ma un dato mi pare di nuovo chiaro: la "sinistra" che fa, o che sta con, la destra porta indietro il Paese, perde credibilità e alimenta l'estrema destra. 
La sinistra che fa il suo dovere la argina ed è l'unica a confrontarcisi sull'elettorato "proletario".

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