Di Ciuenlai – Fa bene Salvini a piagnucolare mentre cerca di presentare come un gran risultato il mancato sfondamento in Toscana e (a sorpresa)in  Puglia. Fa male, anzi malissimo, Zingaretti ad esultare. Il  Pd lascia sul campo altre due regioni (il conteggio ora è di 15 a 5 per il centrodestra) e le sue liste perdono ancora un bel mucchietto di voti rispetto alle precedenti regionali  ( - 11,6% in Toscana, - 10% nelle Marche, - 5,7% in Liguria, -4,8% in Veneto, - 2,5 % in Campania e - 1,5% in Puglia).

Ma c’è di più, la coalizione di Governo perde le suppletive per il Senato dove il centrodestra cresce di una unità a scapito dei 5 stelle. E ancora, rischiano il cambio di casacca diversi comuni governati dal centrosinistra ( a cominciare da Macerata e Lecco), mentre appaiono più certe le riconferme di quelli in mano al centrodestra (Venezia e Arezzo).  

Infine sono andati malissimo i due esperimenti di coalizione tra Pd, 5 Stelle e un pezzo della sinistra. In Liguria oltre ad aver perso, questa coalizione ha lasciato sul campo 23 punti, un partito più grande dello stesso Pd che, sarà anche primo, ma non si schioda da quel 18 /20% conseguito nel 2018.  E’ andata peggio nel collegio 3 della Sardegna per le suppletive del Senato. Qui i punti in meno sono stati addirittura 28. E’ evidente che i due elettorati non si “nasano” ed è quindi invitabile che la nuova legge elettorale nè risenta.

Ma allora chi li ha presi tutti quei voti che la Lega ha perso e il Pd non ha intercettato?  Le liste personali dei Presidenti. Gli elettori si sono rifugiati “sulla persona”  e non avendo valide alternative a disposizione, hanno scelto la stabilità. Il quadro resta comunque identico e caratterizzato dai due soliti elementi  politici; la sfiducia nelle tradizionali formazioni politiche e la ricerca di una gran massa di elettori dell’ isola che non c’è; in arte  l’alternativa.

P.S. ALLA RICERCA DEL RENZI SPERDUTO – A parte il risultato della Campania, ottenuto per la serie una rondine non fa primavera, Italia Viva fa flop nella terra madre la Toscana (4,5%), da segni di esistenza in vita nelle Marche (3,2%), divide la succulenta torta del 2,3% con Psi, + Europa, Calenda e il candidato in Liguria, sfonda con Scalfarotto la fatidica soglia dell’1% in Puglia a differenza del  Veneto dove “l’impresa” non è riuscita (0,6%)

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