ASSISI - "Io e tutti noi lo sappiamo di non essere in grado di cambiare il mondo. Ma ciascuno di noi sa che può cambiare il suo 'piccolo mondo' ed offrire un contributo per imprimere una grande svolta al corso della storia, realizzando il sogno di Francesco ed il nostro, quello della Perfecta laetitia anche come un incubatore di pensiero, idee, progetti e buone pratiche volte a cambiare in meglio questo nostro mondo": lo ha affermato il custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, intervenendo alla presentazione del 'Manifesto di Assisi'. Documento definito come la risposta italiana contro la crisi climatica.

Gambetti si rivede così, come ha sottolineato, nell'adulto della canzone di Gino Paoli dei primi anni '90 ("eravamo quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo" ha ricordato) che "ha mantenuto caparbiamente nel cuore il desiderio di cambiare in meglio il mondo".

Tesei, da Assisi l’avvio di un percorso concreto per tutelare e trasmettere integro l’ambiente alla generazioni future

"Il Manifesto di Assisi non sarà soltanto un documento scritto, ma l'inizio di un percorso fatto di azioni concrete": lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, prendendo la parola nel salone papale del Sacro Convento di Assisi dove è in corso la presentazione del documento che ha l'obiettivo di fronteggiare la crisi climatica.
"L'ambiente va tutelato, conservato e trasmesso integro alle generazioni future - ha detto ancora Tesei - e l'Umbria può fare e scrivere una parte importante di questo percorso". Assicurando quindi che la Regione sarà in prima linea nel sostenere le linee guida individuate per "portare avanti un futuro di sostenibilità e speranza per le future generazioni".
 Parlando con l'ANSA a margine dell'intervento, la governatrice ha anche detto che "fare economia e difendere il pianeta non solo è possibile, ma è assolutamente doveroso".

Realacci, conciliare sviluppo e salvaguardia: chi non lo capisce è destinato a perdere

"Chi non capisce che sviluppo economico e salvaguardia del pianeta sono conciliabili è destinato a perdere": a dirlo è statro Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, tra i promotori del Manifesto di Assisi. "Anche la grande finanza ha compreso che si deve muovere in questa direzione", ha aggiunto parlando con l'ANSA.
"L'Italia è messa meglio di altri Paesi - ha detto Realacci - perché i suoi cromosomi la collocano nella giusta direzione soprattutto quando incrocia innovazione, qualità e bellezza, quando tiene insieme le comunità e i territori non ce n'è per nessuno".
"Quello di Assisi - hanno poi aggiunto lo stesso Realacci e padre Enzo Fortunato, direttore della rivista San Francesco - è un appuntamento a misura d'uomo. Il Manifesto è una nuova alleanza che tesse una rete tra economia, cultura e ricerca con il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, religiose e culturali del Paese".

Condividi