TAVERNELLE - E’ di nuovo strage di pesci sul fiume Nestore. La seconda in pochi giorni. L’ultima almeno stando alla freschezza delle tante varietà di pesce morto, confermata anche dalle autorità, è avvenuta venerdì scorso. Questa volta pare sia stata accidentale.

La causa, la rottura di una tubazione durante la fase di trasporto dei liquami da una vasca ad un’altra. Mentre quella di una settimana fa si può definire dolosa, tanto che venerdì 8 agosto, l’ARPA e la polizia municipale del comune di Piegaro, a seguito dei risultati delle tante analisi effettuate, hanno inoltrato una formale denuncia alla Magistratura, nei confronti della ditta Paoletti, titolare dell’allevamento suinicolo che staziona proprio lungo il fiume.

Due sono le stalle dove vengono allevati i suini. Una bomba ecologica, così è da sempre stato definito quell’allevamento suinicolo da oltre tremila capi, da parte delle popolazioni. Un struttura che già in passato aveva dato segni della sua pericolosità e che negli ultimi dieci giorni ha fatto parlare di nuovo di se. Il caso, la fatalità,  ha voluto che proprio mentre veniva inviata la denuncia, di nuovo si verificasse uno sversamento di liquami dentro il letto del Nestore, provocando una nuova moria di pesci, così da rendere il fiume lungo tutto il suo tratto un corso d'acqua definitivamente morto. 

Ora sarà la magistratura a valutare e decidere anche l’ eventuale risarcimento che appare in tutta evidenza assai notevole. Il primo caso di inquinamento è stato causato dalla fertirrigazione. Una pratica agricola assai complessa che richiede sulla carta l’intervento e l’assenso di diverse autorità, compresa quella del sindaco.

Al momento dello spargimento dei liquami, i terreni erano già saturi d’acqua per le piogge abbondanti dei giorni passati. Così il liquame non è stato assorbito dal terreno e attraverso la ruscellazione, è defluito nel Nestore. Provocando un disastro ambientale e causando la morte della fauna ittica del fiume.

Il fiume fu in quei giorni letteralmente sommerso da una schiuma nera, che al suo passaggio lasciava dietro di se lo sterminio di tutta la fauna acquatica che vi vive. Un odore nauseabondo che ancora oggi è chiaramente avvertibile ha ammorbato tutta l’area dove scorre il fiume.

Nell’ultima ondata inquinante, sono intervenuti subito gli uomini del Corpo Forestale, guidati dal comandante Michele Peppicelli, ai quali si sono uniti gli ispettori dell’ARPA e della Polizia Municipale di Piegaro.  Per quello che si è riusciti a sapere, in queste ore si stanno preparando le carte per una nuova denuncia alla Magistratura. I controlli alla porcilaia, fanno sapere dal Comune di Piegaro, sono piuttosto frequenti. Le vasche di raccolta dei liquami, sono in regola, così come le tecnologie dell’allevamento sono appropriate per il numero dei suini che vi vengono allevati. Una risposta indiretta alle tante preoccupazioni della popolazione, che da anni mal sopporta questa struttura produttiva.

Qualcuno ricorda come negli anni passati l’azienda facesse la fertiirrigazione con metodi poco scrupolosi. Ci furono proteste. Ora quella pratica con quelle metodologie è finita. L’azienda si è dotata di tecnologie appropriate per questa pratica di smaltimento dei rifiuti reflui dell’allevamento, ma evidentemente non sono state sufficienti. Il Nestore, questo è un particolare che sottolineano un po’ tutte le autorità, da pochi anni era tornato ad essere un fiume ricco di vita. E tutto ciò grazie alle abbondanti piogge che hanno fatto si che anche nei mesi estivi, l’acqua seguitasse a scorrere. Un fiume il Nestore, che negli ultimi decenni, aveva subito trasformazioni tali da renderlo un fiume morto.

Tramontata la civiltà contadina, che curava il letto del fiume, mantenendo  sempre puliti durante il suo corso, quelli che tutti qui chiamavano i borgoni. Grandi pozze d’acqua  realizzate all’interno del letto del fiume, che venivano utilizzate dai contadini per annaffiare i campi. Le stesse pozze però, durante i mesi estivi, finivano per divenire rifugio per i pesci e la fauna fluviale in generale. Alle prime piogge settembrine, la vita riprendeva a scorrere.

In questi anni, questa pratica è stata abbandonata, la manutenzione del letto del fiume, è stata sporadica e sbrigativa. Il verbo transitivo che più è andato in vigore e applicato dalle istituzioni, è stato tagliare la spesa pubblica. Non certo i privilegi delle tante Caste politiche e burocratiche, urlano i cittadini, quelle sono ancora oggi rimaste sostanzialmente intatte.

Il Nestore come tanti altri corsi d’acqua del Bel Paese, ha finito per entrare in un’agonia sempre più profonda. Da alcuni anni fortunatamente ha ripreso a piovere, e un minimo di vita è ritornata. Ora dopo il disastro ambientale, perché è di questo che si tratta, il fiume tornerà ad essere quello zombi che è stato negli ultimi decenni.
 

Renato Casaioli

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