DISABILITÀ, MENO PROPAGANDA E PIÙ FATTI
DISABILITÀ, MENO PROPAGANDA E PIÙ FATTI
Tenere accesi i riflettori in modo continuativo, aldilà del momentaneo picco di visibilità ottenuto attraverso il G7 di Assisi, sui diritti delle persone con disabilità, dando voce ai protagonisti, alle associazioni e a lavoratrici, lavoratori e imprese che quotidianamente operano in questo ambito, coinvolgendo tutte le istituzioni, Regione, Comuni e ambiti sociali, con l’obiettivo di trovare strade da percorrere insieme. È questo il senso dell’iniziativa sul diritto all’inclusione organizzata oggi dalla Cgil dell’Umbria, che ha coinvolto un’ampia rete di soggetti pubblici e del sociale. Al confronto, aperto dalla relazione di Gianni Fiorucci, segretario regionale Cgil, hanno preso parte infatti Costanza Spera, assessora al sociale del Comune di Perugia, Valerio Serino, responsabile disabilità della Cgil nazionale, Maura Macchiarini, Fish Umbria, Andrea Bernardoni, presidente Legacoopsociali Umbria, Juri Cesarini, della Fp Cgil, Simone Polverini, presidente del Comitato provinciale Inps della provincia di Perugia, Alessandra Ligi, direttrice Inail Umbria, Francesco Siciliano, della direzione Arpal Umbria e Maria Grazia Gabrielli, segretaria nazionale Cgil.
In Italia abbiamo circa 3 milioni di persone con limitazioni gravi, 9 milioni e 700.000 con limitazioni non gravi, corrispondenti rispettivamente al 5,0% e al 16,4% dell'intera popolazione. In Umbria sono 144.000 le prime, pari al 7,2% e 144.000 le seconde pari al 16,6%. Quindi rispetto alle gravi limitazioni abbiamo una altissima incidenza che ci colloca ai primi posti in Italia, dopo soltanto Sardegna e Calabria. Gli ultrasettantacinquenni con limitazioni gravi sono 20,4% in Italia e 30,5% in Umbria, non gravi 38,6% in Italia e 34,6% in Umbria.
Quindi abbiamo una presenza molto elevata di persone con grave disabilità soprattutto tra gli anziani.
Ma in che condizioni vivono le persone con disabilità?
In Italia tre persone disabili su dieci non riescono a sbarcare il lunario, cinque su dieci non possono permettersi una vacanza di una settimana, uno su dieci non può permettersi di magiare carne o pesce regolarmente e quattro su dieci non riescono ad affrontare una spesa essenziale imprevista.
Quest’ultimo indicatore in particolare parla purtroppo anche di spese sanitarie, visto che l’esigibilità del diritto alle cure non viene più garantito in forma universalista a causa delle interminabili liste di attesa che sono esplose nel sistema pubblico. Questo a volte significa rinuncia alle cure dove la nostra regione batte un record negativo.
"Abbiamo già visto che la carta di Solfagnano pubblicata dopo il G7 non contiene grandi novità - ha sottolineato Gianni Fiorucci, della Cgil Umbria - C’è bisogno di essere concreti e passare dalle parole ai fatti. Se finora il Governo e la giunta regionale uscente, non hanno sentito l’esigenza di aprire il confronto con la rappresentanza del mondo associativo, sindacale e imprenditoriale, noi questa necessità la vediamo e chiediamo ai candidati e quindi alla futura Giunta che uscirà dalle elezioni del 17 e 18 novembre, di archiviare il metodo della disintermediazione e di coinvolgere tutte le parti in un confronto”.
“Momenti di dialogo come quello di oggi sono sempre importanti - ha sottolineato la segretaria della Cgil nazionale Maria Grazia Gabrielli - soprattutto se il dialogo con tutti i soggetti coinvolti è improntato alla concretezza, ad esempio rispetto alla modifica dell’organizzazione del lavoro, così come della formazione scolastica. Per fare alcuni esempi, non dobbiamo solo pensare all’adeguamento della postazione di lavoro o studio, al superamento delle barriere architettoniche o all’adozione di nuove tecnologiche, ma anche alla realizzazione di diverse modalità organizzative, basate sul lavoro agile, sulla dad, oppure su orari flessibili che garantiscano benessere per tutti, così come a una nuova programmazione della formazione dei lavoratori e delle imprese rispetto all’inclusività. Quindi - ha concluso Gabrielli - abbiamo bisogno di meno slogan, meno propaganda e più concretezza. Noi continueremo a svolgere il nostro ruolo di agente del cambiamento della società nella giusta direzione, quella dell’affermazione della giustizia sociale, affinché il benessere collettivo passi dalla capacità di non lasciare indietro nessuno".
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