È cominciato il conto alla rovescia per l’aumento dell’Iva dal 21 al 22%. Il primo luglio, infatti, scatta il ritocco dell’Imposta sul valore aggiunto. Un misura prevista dall’ultimo governo Berlusconi e non scongiurata da quello Monti.
E che, a quanto pare, anche il nuovo esecutivo di Enrico Letta non cancellerà. Le risorse sono scarsissime. E l’orientamento, per il momento, è quello di prediligere il superamento dell’Imu e la riforma degli ammortizzatori sociali.
Insomma, secondo i calcoli delle associazioni di categoria dal 1° luglio sugli italiani si abbatterà una nuova stangata che a fine anno peserà dai 100 ai 200 euro sulle loro tasche.

C’è chi però nel governo studia comunque come sterilizzare l’aumento dell’Iva. Il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, pensa a un aumento selettivo dell'Imposta sul valore aggiunto sui beni e i servizi oggi tassati al 21%: “Se vai a vedere i singoli beni o i singoli servizi che oggi sono nella fascia Iva del 21% si potrebbe decidere quali aumentare e quali al contrario lasciare invariati alla luce delle attuali dinamiche dei consumi, ovviamente sempre nel rispetto dei vincoli che l'Europa impone in queste operazioni”.

Il viceministro dell'Economia, Stefano Fassina, propone invece di aumentare la tassazione sulla casa per congelare lumento dellIva. Nello specifico l’esponente del Pd propone di allargare, anche solo del 15%, il perimetro delle case di pregio e di lusso adibite ad abitazione principale per le quali il governo Letta non ha sospeso l'Imu.
Il gettito previsto è pari a 2,2 miliardi di euro e potrebbe servire a congelare l'aumento dell'Iva previsto il prossimo 1° luglio.

Fonte: ilsalvagente.it

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