“Un aumento senza freni, che oramai prosegue da tempo, e che richiede una urgente presa di coscienza: serve una strategia di politica industriale per porre un argine di fronte al crollo della produzione industriale che ritarda ogni possibilità di ripresa”. Così la CGIL commenta i dati sul ricorso alla Cassa integrazione a maggio diffusi oggi dall'INPS.

Secondo l'Istituto nazionale di previdenza sociale a maggio le aziende hanno chiesto 105,5 milioni di ore di Cassa integrazione con un aumento del 22,5% rispetto ad aprile e del 2,7% rispetto a maggio 2011. Si tratta del valore più alto da luglio 2010.

Secondo le Segretarie confederali della CGIL, Elena Lattuada e Serena Sorrentino, “l'unico modo che si ha per fronteggiare questo autentico rischio di deindustrializzazione precoce del nostro sistema economico è quello di ricorrere ad una strategia di politica industriale con al centro massicci investimenti in innovazione”. Così come nel breve periodo, aggiungono, “occorre mettere mano alla contrazione della domanda interna, che penalizza fortemente le nostre produzioni, attraverso un intervento di alleggerimento del prelievo fiscale su lavoratori e pensionati. Altro che aumento dell'Iva”.

Per le due dirigenti sindacali della CGIL “servono quindi interventi mirati e tempestivi. Ogni ritardo accumulato in tal senso – spiegano Lattuada e Sorrentino - pregiudica la capacità del nostro sistema industriale di fronteggiare l'avanzata degli altri paesi e di difendere l'occupazione esistente. L'Italia scivola inesorabilmente nella produzione manifatturiera mondiale e non c'è assolutamente altro tempo da perdere”, concludono.

Fonte: Cgil
 

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