PERUGIA - Lasciare un posto importante e di rilievo libero per un'altra persona, “magari più capace e meritevole”. Non rinunciare a percepire la giusta indennità per un incarico che implica responsabilità non secondarie. Dimostrare a tutti di “non essere attaccati alla poltrona” e di essere capace utilizzare le dimissioni, anche se si tratta di uno strumento poco usato in Italia. Disvelare il “falso problema” dei costi della politica, un capitolo di spesa che ammonta allo 0,1 per cento del totale della spesa pubblica ma “che viene utilizzato per distrarre l'opinione pubblica dai veri sprechi (come l'acquisto degli aerei F35)”. Sono queste le quattro motivazioni per le quali Mario Capanna ha annunciato, durante una conferenza stampa svoltasi questa mattina, le sue dimissioni da presidente del Comitato regionale per le comunicazioni dell'Umbria. 

Mario Capanna ha anche spiegato che è stata una legge regionale della Lombardia “una interferenza negli affari istituzionali della Regione Umbria, incostituzionale e scritta male” a creare il problema: la norma renderebbe infatti incompatibile percepire un vitalizio ed avere una retribuzione da parte di un ente pubblico. A questo proposito, Capanna ha rilevato che i suoi vitalizi ammontano complessivamente a circa 5 mila euro netti al mese: 2300 da parte della Regione Lombardia e meno di 3000 da parte del Parlamento. Per rispettare la legge lombarda Capanna avrebbe dovuto rinunciare al vitalizio regionale oppure dimettersi da presidente del Corecom, avendo ritenuto non praticabile la via di svolgere la funzione in via gratuita, occupando in questo modo un incarico che poteva essere svolto, in maniera retribuita, da altri. 

Inoltre, ha rimarcato Mario Capanna, quella del presidente del Corecom è una indennità e non una retribuzione, legata dunque ad un incarico di responsabilità e non ad una attività lavorativa contrattualizzata. Durante l'incontro con i giornalisti, Capanna ha evidenziato di lasciare “un Comitato in perfetta salute, che ha visto aumentare del 40 per cento, negli ultimi due anni, il numero dei cittadini che hanno usufruito dell'attività di conciliazione con le compagnie telefoniche e di telecomunicazioni. Nell'anno 2013 l'attività del Corecom ha permesso agli umbri di recuperare circa un milione di euro dalle aziende del settore”. 

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