Ancora un rinvio per il nuovo Piano farmacie, che riguarda l'istituzione di 39 nuove farmacie sulla base di quanto consentito dalla legge statale “27/2012”, recante “Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività”, che consente l'istituzione di nuove farmacie grazie all'abbassamento del quorum di abitanti, da 5mila a 3mila 500, per ogni singola sede farmaceutica.

Alla decisione di rinviare per la terza volta l'atto amministrativo della Giunta regionale, proposta da un consigliere di maggioranza ed approvata con 15 voti favorevoli e  7 voti contrari da parte dei consiglieri di opposizione, si è arrivati a causa dell'assenza di deliberazioni da parte del Consiglio comunale di Gubbio, sulla proposta di piano formulata dalla Giunta, di individuazione di nuova sede farmaceutica.

L'assessore alla Salute della Regione Umbria ha perciò ricordato che la legge dello Stato che liberalizza il mercato farmaceutico prevede espressamente, nel caso in cui il Comune non provveda, che la Regione eserciti il potere sostitutivo e, qualora non lo faccia, che esso spetti al Governo. Prima del voto sul rinvio dell'atto, il relatore di maggioranza e presidente della Commissione Sanità del Consiglio, che sul piano farmacie si era espressa favorevolmente all'unanimità, sia pure con riserva di valutare i singoli di casi, aveva proposto un emendamento con l'indicazione di una nuova sede farmaceutica in località Cipolleto-Ponte d'Assi, ma fra i consiglieri di maggioranza sono emerse diverse perplessità, mentre i consiglieri di opposizione hanno espresso
contrarietà ad un ulteriore rinvio, stigmatizzando le divisioni politiche interne alla maggioranza che impediscono di giungere ad una soluzione.

Alla fine sarà la Giunta regionale, con poteri sostitutivi, ad individuare la nuova sede farmaceutica che potrà essere aperta nel territorio eugubino e proporla all'approvazione dell'Aula. Il presidente del Consiglio regionale ha sottolineato che l'atto non sarà riscritto all'ordine del giorno dei lavori dell'Aula fino a che non si arriverà ad una proposta definita.

INTERVENTI

ORFEO GORACCI (Comunista umbro): “E' ormai evidente che il Comune di Gubbio nulla ha a che fare con la serietà amministrativa, visto che è la terza volta che quest'Aula si trova a discutere, non senza imbarazzo, la questione della nuova sede farmaceutica eugubina, e ancora oggi il Sindaco ha otto voti favorevoli compreso il suo e ben 15 astensioni. La capacità relazionale di quella giunta comunale è nulla, ma noi non possiamo fare una scelta non voluta dal soggetto interessato, quindi trovo sbalorditiva la proposta del relatore Buconi che vuole realizzare quello che il Comune di Gubbio non vuole”.

 

PAOLO BRUTTI (IDV): “A Gubbio siamo di fronte a un progressivo disfacimento della maggioranza, a una lotta intestina, che purtroppo non è trasparente, e che il Sindaco non è in grado di dirimere, quindi la soluzione al problema delle farmacie di Gubbio è semplice, bisognerebbe che Guerrini desse le dimissioni e lasciasse il campo ad altri. Il Consiglio comunale di Gubbio, che è l’unico organo che può presentare una proposta, non ne ha presentata nessuna, perché ha respinto Carbonesca, ha respinto Cipolleto Ponte d’assi, nella sostanza il Comune di Gubbio è incapace di fare una proposta. A questo punto la via da seguire è quella di poteri sostitutivi, che consentono alla Regione di ispezionare la situazione territoriale, verificare dove e come sia meglio collocare la farmacia, sostituendosi in tutto alla volontà del Consiglio comunale, che non è stato in grado di decidere sul merito.
Non ho ostilità nei confronti della localizzazione della nuova farmacia nella zona di Ponte d’assi, area molto popolosa e  priva di copertura farmaceutica, quindi da questo punto di vista non avrei nessun problema a accogliere la proposta di Buconi, se fossi sicuro che la sua proposta è giuridicamente transitabile. L'alternativa è il rinvio alla prossima settimana: nel frattempo se a Gubbio avvenisse l’elemento di novità, che è quello che non vogliono gli eugubini, e cioè che il sindaco resti in carica, finalmente si possa determinare tutto sommato credo che ne avrebbe un vantaggio la comunità di Gubbio e anche il nostro lavoro di Consiglio regionale”.

 

ANDREA SMACCHI (PD): “credo che non sia questa la sede per parlare delle problematiche politiche che ci sono all’interno del Comune di Gubbio. Ha
ragione il consigliere Brutti quando dice che di fatto l’emendamento del Consigliere Buconi, che poi ricalca quella che è stata la delibera di Giunta presa dall’Amministrazione guidata dal Sindaco Guerrini, è di fatto un esercizio del potere sostitutivo. E’ altrettanto vero che abbiamo sempre decantato l’autonomia e l’autorevolezza dei Consigli comunali, che rappresentano l’intera comunità, ed è chiaro che in quel Consiglio comunale c’è stato un esito, di cui è difficile non tenere conto. Io propongo di dare mandato all’assessore di convocare una Conferenza dei Servizi che metta insieme, per l’ultima volta, il Comune di Gubbio, la Regione, la Asl in modo da trovare l’ubicazione che in questo momento risulta più appropriata e più in linea anche con quelli che sono i parametri previsti dalla legge”.

 

RAFFAELE NEVI (PDL): “Sono cinque mesi, sei mesi che stiamo ragionando, discutendo, abbiamo chiamato tutti i Comuni della nostra Regione a esprimersi, con una legge che mette in pieno conflitto d'interessi i Comuni con la liberalizzazione:  il Comune di Terni ha un conflitto d'interessi evidente visto che è proprietario delle farmacie comunali, e guarda caso la dislocazione sul territorio delle nuove farmacie è stata fatta ad arte, per non dar fastidio alle farmacie comunali. I farmacisti hanno fatto giustamente ricorso perché se liberalizzazione deve essere deve essere per tutti e con per qualcuno sì e per qualcun altro no. Su questo atto di Gubbio siamo alle solite comiche di una maggioranza che non sta in piedi. Questa fibrillazione all’interno del centrosinistra produce rinvii continui, che producono rinvii sull’iter di liberalizzazione. Io consiglierei  al Consiglio regionale di assumere una
decisione e di dare il via a un iter che comunque sub iudice sarà e rimarrà, ma che partorisce una decisione che doveva essere già stata presa. La Conferenza dei Servizi, non prevista da nessuna norma, da nessuna legge, è veramente un’aberrazione allucinante che serve solo per forse tenere ancora in piedi una coalizione che appunto non sta in piedi. Penso che non sia giusto che le fibrillazioni politiche all’interno dell’Amministrazione si riverberino su tutto il resto dell’Umbria. Quindi andiamo avanti e facciamo che finiscano queste sceneggiate”.

 

ROBERTO CARPINELLI (PSI): “Difendo  la proposta che ha fatto il collega Buconi, dato che non mira a prevaricare nessuno tanto meno il Consiglio comunale di Gubbio, che voglio ricordarlo ha semplicemente bocciato quello che la Giunta aveva deliberato. La proposta del presidente Buconi mi pare fosse tesa semmai, a salvaguardare il diritto delle altre 91 Amministrazioni comunali, che invece la decisione l’hanno presa, perché non sfugge a nessuno che non è che va fatto un bando ad hoc per ogni Comune, va messo a bando l’intero territorio regionale, quindi se non c’è un Comune non si fa un bando, allora è del tutto evidente che va rispettato il Consiglio comunale di Gubbio, ma vanno anche rispettati gli altri 91 Comuni che hanno deliberato poiché il collega Buconi ha inteso proporre quanto da lui detto in senso positivo in questi termini”.

 

SANDRA MONACELLI (UDC): “ Siamo di fronte a una evidente anomalia, quella cioè di un Comune che non riesce a fare la sua parte in merito alla
distribuzione del servizio farmaceutico, non prendiamoci in giro dietro la questione delle sedi farmaceutiche ci sono interessi che non attengono soltanto una distribuzione dei servizi sul territorio, ma ci sono interessi di natura economica. C’è qualcuno che continua a giocare la parte dell’arbitro e al tempo stesso quella del giocatore, ci sono gli interessi del Comune che detiene le farmacie di propria spettanza, e al tempo stesso deve regolare e posizionare le sedi farmaceutiche dei soggetti privati, è un’anomalia in termini, perché evidentemente per non intralciare o non andare contro ai propri interessi, cercherà di dislocare le sedi farmaceutiche private sempre agli estremi confini e laddove queste non nuocciano con gli interessi e gli introiti delle farmacie comunali. Ci sono in questo Consiglio, e su questo atto ormai è palese, due pesi e due misure, perché laddove ci troviamo a deliberare per fattispecie che attengono a situazioni politicamente diverse dalla maggioranza di cui questo Consiglio regionale è espressione, provvedimenti sono di una certa portata, vorrei ricordare la pagina indecorosa che è stata scritta da questo Consiglio regionale sulla vicenda del Piano scolastico, laddove sono stati esercitati poteri sostitutivi da parte del Consiglio regionale nei confronti di un altro Comune, e ora ci stracciamo le vesti di fronte a una situazione che rappresenta un’evidente incapacità amministrativa di un Comune, ancorché di segno amico, a gestire la propria distribuzione dei servizi farmaceutici sul suo territorio”.

 

RENATO LOCCHI (PD): “Credo invece il Consiglio regionale questa decisione poteva averla assunta anche l’altra volta. Su un punto ha ragione la consigliera Monacelli: se era giusto il potere sostitutivo sulla vicenda scuola di Gualdo Tadino, perché era giusto, questa vicenda di Gubbio si presenta in modo analogo, se c’è un organismo che ha tutto il nostro rispetto, sia esso sindaco o anche Consiglio comunale di quella città, dove noi non ci uniamo a quelli che, noi dobbiamo vedere il Comune di Gubbio nella sua asetticità, per cui non ha prodotto una decisione, sono passati i termini, e la legge dice come ci si deve comportare, poi come sarà lo sviluppo della politica a Gubbio in questa sede credo che non debba interessare nessuno, anche per rispetto a quell’importante città”.

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