Il capogruppo regionale dell'Udc, Sandra Monacelli, con una interrogazione alla presidente della Giunta e all'assessore alle riforme chiede di conoscere con certezza “tempi e modalità che porteranno alla definitiva costituzione delle Unioni speciali dei comuni e al relativo trasferimento del personale coinvolto, scongiurando l'eventualità che i 993 dipendenti delle Comunità montane umbre risultino le vittime di un processo di riordino apparso finora piuttosto confuso”.

 

Monacelli ricorda che il Consiglio regionale dell'Umbria ha approvato nel 2011 (legge “18/2011”) la riforma del sistema amministrativo regionale e delle autonomie locali e istituito l'Agenzia forestale regionale e che, con tale legge, “si individuano le azioni, le misure e gli interventi strategici di razionalizzazione, semplificazione e riordino del sistema amministrativo regionale e delle autonomie locali definendo obiettivi, criteri, modalità e strumenti per raggiungere gli scopi prefissati. Quella normativa – spiega l'esponente dell'Udc - prevedeva lo scioglimento delle Comunità montane e l'istituzione delle Unioni speciali dei comuni, trasferendo nei ruoli all'Agenzia forestale regionale e all'Unione speciale dei comuni il personale in carico alle Comunità montane, stabilendo un preciso cronoprogramma: entro il 30 giugno 2012 approvazione da parte dell'Esecutivo del piano di riordino territoriale con la determinazione delle Unioni speciali dei comuni; entro il 30 settembre 2012 approvazione da parte delle Unioni speciali dell'atto costitutivo e dello statuto, e conseguente presa in carico del personale delle Comunità montane non rientrante nella dotazione organica dell'Agenzia forestale regionale. A tutt'oggi – sottolinea - non risultano costituite diverse Unioni speciali dei Comuni”.

 

Il capogruppo regionale dell'Udc, spiega ancora nel proprio atto ispettivo che in Umbria le Comunità montane contano 933 dipendenti tra impiegati e operai a tempo determinato e indeterminato e che alcuni sindaci, “tra cui quelli dell'Alto Chiascio, hanno chiesto all’assessore regionale, ai presidenti del Cal e dell'Anci Umbria, un congelamento o un rinvio delle scadenze, anche per verificare il percorso sindacale necessario per il trasferimento del personale coinvolto. A fronte di tutto ciò – conclude Sandra Monacelli - molti lavoratori delle Comunità montane si trovano oggi in una situazione di grave incertezza, rischiando di non percepire alcune mensilità”.

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