“È evidente, dallo schieramento istituzionale messosi a difesa della cooperativa sociale “Il Cammino”, il dato di fatto che la sinistra ha sempre considerato la comunità di recupero di Città della Pieve e - più in generale - il mondo che ruota intorno alle tossicodipendenze come proprie emanazioni e 'fortini ideologici' da cui ricavare immotivate rendite di posizione”. Lo afferma il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Pdl), secondo il quale “la cooperativa 'il Cammino' ha goduto di ingiustificati affidamenti in proroga e bene ha fatto l’Agenzia Capitolina per le Tossicodipendenze (istituzione del Comune di Roma) a fare un trasparente
avviso pubblico per l’affidamento stesso”.

“Che l’attuale gestore sia in procinto di essere sostituito, - secondo Lignani - è una naturale conseguenza sia della scarsa trasparenza di rendicontazione da parte della cooperativa, più volte denunciata dalla stessa Agenzia capitolina, che della gestione fallimentare dei progetti e del servizio, tanto nella valorizzazione dei beni in uso (casali, coltivazione, bestiame) quanto nei risultati ottenuti. Da una statistica, infatti, emerge che, su un campione di utenti pari al 40 per cento degli ospiti, ben il 54,5 per cento ha continuato a fare abuso di droghe ed alcol ed un altro 31 per cento ha continuato ad utilizzarli”.

“Lo strapparsi i capelli ed i piagnistei di parlamentari, consiglieri regionali ed amministratori – conclude - è tipico di una cultura fin troppo tollerante e lassista, che non comprende come non esistano più santuari inavvicinabili e inaccessibili e che il recupero di soggetti svantaggiati viene prima degli interessi politici”.

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