“Il comune di Perugia ha ottenuto dei risultati importanti nella gestione dei rifiuti urbani e nell'incremento della raccolta differenziata, soprattutto se paragonata alle altre città grandi e medie dell'Umbria – commenta Alessandra Paciotto, presidente di Legambiente Umbria – ma ci sono ancora diverse cose che non vanno, a cominciare dalla necessità di estendere il porta a porta su tutto il territorio comunale, la raccolta dell'organico che è ancora stradale e che prevede anche il conferimento dei pannolini e degli assorbenti. Perugia è l'unico comune in Italia dove questo è possibile ed il risultato è un compost che ha una alta percentuale di residui. Si potrebbe fare molto di più per la raccolta degli oli alimentari esausti che ancora non vengono recuperati in modo adeguato. E' necessario poi individuare azioni più incisive per la diminuire le quantità di rifiuti, solo così è possibile ridurre drasticamente la dipendenza dalle discarica e scongiurare qualsiasi ipotesi di nuovi e vecchi inceneritori”.

“Ci aspettiamo anche – interviene Stefano Ciafani vicepresidente nazionale di Legambiente e responsabile rifiuti per l'associazione ambientalista – che il Comune di Perugia adotti al più presto una tariffa puntuale vera. Legambiente ha appena lanciato la raccolta firme per la petizione popolare ''Chi inquina paga, chi produce meno rifiuti deve risparmiare''. Secondo noi chi produce meno rifiuti dovrebbe essere premiato e a Perugia non è così. Infatti il capoluogo umbro fa parte ancora di quei 7mila comuni italiani dove l'ammontare della tassa non e' determinato secondo la quantità di rifiuti prodotti. Con la Tares, la nuova tassa sui rifiuti, poi si rischia di aggravare ulteriormente il peso fiscale sui cittadini in maniera ingiusta. I tributi dovrebbero essere invece pagati solo sulla effettiva produzione di rifiuti indifferenziati, consentendo cosi' alle utenze più virtuose di pagare di meno. Oggi e' possibile affrontare in concreto la sfida della riduzione – conclude Stefano Ciafani - come e' riuscita a fare ad esempio la Germania, utilizzando un'equa leva economica, introducendo un criterio di giustizia e sostenibilità ambientale e alleggerendo la pressione fiscale sui più virtuosi. Solo in questo modo si contribuirà davvero a liberare l'Umbria e Perugia dal problema rifiuti, facendole entrare a pieno titolo in quella società europea del riciclaggio alla base nella nuova direttiva europea”.

Condividi