MAGONE – Sopravvive ancora molto presente nella memoria della comunità magionese il ricordo dell’eccidio di Montebuono di cui questa mattina, alla presenza del sindaco Giacomo Chiodini, della presidente dell’Anpi di Perugia e dell’Umbria, Mari Franceschini, di padre Francesco e di discendenti e amici delle vittime, si è commemorato il 75° anniversario con la deposizione di una corona di alloro al monumento edificato nel luogo del massacro. 

È stato il primo cittadino a ricordare gli eventi storici in cui il tragico fatto avvenne. Era la notte del 7 giugno del 1944 quando alcuni contadini del posto, in contatto con gli attivisti partigiani, trafugarono intere casse di bombe a mano dai depositi di munizioni tedesche dei paesi vicini. Quando la mattina seguente, con i contadini in chiesa a sentir messa, si perpetrò l’ennesima razzia di bestiame a danno di alcune case coloniche i contadini dopo aver allestito alcuni carri agricoli, armati alla meglio con «bombe a mano, rivoltelle preistoriche, qualche moschetto, falci, badili, randelli» si lanciarono all’assalto di alcuni carri armati tedeschi.
La rappresaglia non si fece attendere e l’8 giugno undici abitanti del posto vennero uccisi dai nazi-fascisti. I corpi furono portati via dai tedeschi e si temettero rappresaglie anche contro i familiari tanto che alcuni di loro si nascosero per non essere trovati.

Solo l’intervento del parroco don Antonio Fedeli, che si offrì come ostaggio, riuscì ad evitare indiscriminate e sanguinose rappresaglie nei paesi circonvicini; la mattina successiva i tedeschi presentarono alle donne del paese le salme di familiari e conoscenti, ma esse negarono di conoscere l’identità di quei cadaveri martoriati, onde risparmiare ulteriori ritorsioni.

Il parroco del paese, su sollecitazione degli esponenti delle formazioni partigiane, si recò allora da solo al comando tedesco per implorare la restituzione dei cadaveri: «per tutto il giorno don Antonio supplicò per riavere le salme e dopo insulti e maltrattamenti ottenne quanto chiedeva: alla sera le dieci salme ammucchiate in un carro trainato dai buoi arrivarono al cimitero di Agello».

A seguito dell’eccidio di Montebuono, il Comune di Magione fu insignito, dal Presidente della Repubblica, della Medaglia di bronzo al Merito Civile, con la seguente motivazione: «Partecipava con fierezza e profonda fede in un’Italia democratica alla lotta partigiana, subendo, da parte delle truppe tedesche in ritirata, una feroce rappresaglia nella quale venivano uccisi undici suoi concittadini. Nobile esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio».

Alla cerimonia, tra gli altri, sono intervenuti i consiglieri comunali neo eletti, il maresciallo Roberto Biagini della stazione dei carabinieri di Magione, la Polizia municipale, gli ex-sindaci Massimo Alunni Proietti e Bruno Ceppitelli, la Filarmonica di Agello.

Con i loro labari erano presenti nche rappresentanti dell’associazione bersaglieri sezione “Quinto Chiodini” e dell’Associazione nazionale combattenti e reduci di guerra.  

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