Il Corcolo del Partito della Rifonadazione Comunista di Città della Pieve esprime forti perplessità circa l’iniziativa dell’ufficio cultura volta ad onorare la memoria di Gino Cappannini.
"Il problema è, sottolinea in una nota il Circolo pievese del PRC, che oggetto delle celebrazioni, non è uno dei tanti personaggi di fama che hanno avuto i natali in terra pievese, ma un personaggio la cui storia non può trovare un comune plauso. Ci si riferisce infatti ad un capitano motorista arruolato al seguito dell’aviazione fascista guidata da Italo Balbo, quest’ultimo “celebre” per il suo squadrismo nonché per i morti che produsse nel tentativo di occupare la città di Parma nel 1922 , tra i fautori della marcia su Roma nell’ottobre dello stesso anno, nel 1926 ministro dell’aeronautica del regime e dal 1936 governatore della Libia. Sia Cappannini che Balbo morirono assieme nel 1940 a Tobruk in cause ancora non chiare pare da aerei della stessa contraerea fascista, seguendo la politica imperialista promossa dal regime".

"Per quanto non sta a noi giudicare se Cappannini fosse o meno fascista, continua la nota del PRC, riteniamo che l’intento di celebrare i meriti professionali e le imprese condotte dall’aviatore pievese avrebbe richiesto una maggiore prudenza, onde evitare che se ne faccia un simbolo della nostra cittadina, ben lontana per tradizione politica, sociale e culturale dalle imprese e dagli uomini del regime. Ciò che riteniamo inappropriato è inoltre la decisione di celebrare questo discusso personaggio a pochi giorni dalla commemorazione della Liberazione di Città della Pieve ad opera degli alleati, questa sì che avrebbe richiesto una maggiore attenzione da parte dell’amministrazione".

"A nostro parere, conclude la nota del PRC pievese, i morti caduti durante la seconda guerra mondiale non sono tutti uguali. C’è chi arruolandosi al regime fece carriera ma si macchiò di atroci misfatti contro il suo popolo e contro popolazioni straniere e chi decise di difendere, mettendo a rischio la propria vita, il suo popolo e la libertà di una nazione intera. Per gli antifascisti come noi gli unici uomini e donne da celebrare sono e rimarranno sempre i partigiani. Nonostante siamo ben consapevoli che intento dell’ufficio cultura non sia sicuramente quello di celebrare la partecipazione all’aviazione fascista di Cappannini ma la sua esperienza meramente professionale (come la trasvolata Roma-Tokyo), in questo periodo in cui il revisionismo storico vuol mettere a tacere la storia della Resistenza italiana, non possiamo che esprimere tutta la nostra contrarietà all’iniziativa".
 

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