CITTA’ DI CASTELLO - Atmosfera leggera, scanzonata e piena di passione, come il connubio a cui voleva rendere omaggio il pomeriggio di  venerdì 24 febbraio, nella Sala del Consiglio comunale di Città di Castello, dove Alberto Brizzi e Marco Capaccioni, Tifernauti in patria e al secolo Sound Studio Service, hanno invitato amici e concittadini in occasione dei trenta anni della loro attività. Premiata? forse tra pochissimo, dato che hanno un loro brano in corsa per gli Oscar tra le colonne sonore. Sarebbe un bel modo di festeggiare la ricorrenza e dopo tante collaborazioni internazionali con artisti del calibro di Lady Gaga. 

“Per me Alberto e Marco sono i Tifernauti e tali resteranno, anche se sono cresciuti e forse questa definizione non coglie a pieno la loro qualità professionale e creativa” ha detto il sindaco Luciano Bacchetta “Siamo in consiglio comunale perché rappresentano una parte di storia cittadina di cui andiamo fieri e hanno contribuito a scrivere alcuni momenti importanti come il Centenario di Burri, il Festival delle Nazioni, le principali mostre. Nella moda generale di dare sempre la colpa agli altri, Marco e Alberto si sono inventati un mestiere, hanno trovato una strada e costruito una solida realtà economica ed artistica”. 

“Siamo nati 30 anni fa e allora la categoria professionale più vicina al nostro progetto - così ci dissero i funzionari - era giocolieri e saltimbanchi. Anche oggi quando ci definiamo professionalmente musicisti, la domanda successiva di solito è Sì ma di lavoro che fate?” dice Alberto Brizzi, accompagnato dalla proiezione di foto d’epoca.

“Abbiamo iniziato nel fondo del centro storico, in cui a causa di un improvviso temporale avevamo ricoverato gli strumenti dopo un concerto e dopo trenta anni siamo ancora nello stesso posto” sottolinea Marco Capaccioni, “Ci siamo affacciati nel mondo della musica internazionale grazie ad un ingaggio con i Guns and roses; era il ’93 e ancora conserviamo la fotocopia dell’assegno con cui fummo pagati. Poi venne Frankie e si aprì una nuova stagione”.

E Frankie in memoria dei vecchi tempi (“Trenta anni sono passati”, glielo ricorda come un mantra nel suo videomessaggio) li saluta con affetto. “Ci serviva uno che rappasse in inglese e al Formula Uno avevano notato un ragazzo che remava sui dischi. Lo chiamammo, fece questo rap in un inglese imbarazzante ma il giorno dopo tornò con un suo pezzo Faida faida, che incidemmo e divenne un grande successo. Siamo stati con lui fino a San Remo” ricorda Brizzi, mentre scorrono le immagini di Piero Chiambretti, presentatore di quell’edizione del Festival, che ironizza su di lui, maestro di orchestra con le extentions. Il salto è breve verso altri incontri interessanti, come Paola Cortellesi, Franca Valeri, a Max Casacci dei Subsonica, con cui Sound Studio Service ha avuto sodalizio lungo tre dischi e molto fortunato.

E’ lo stesso leader della formazione in un altro cammeo a “ringraziare i due tifernati, da tifernate, essendo stato insignito della cittadinanza onoraria in uno degli intensi periodi trascorsi in città per le registrazioni”.

“Noi aiutiamo gli artisti a definire un marchio di fabbrica, una cifra che li distingua dal punto di vista musicale. E’ un lavoro tecnico e creativo perché dobbiamo tradurre le emozioni attraverso un suono” precisa Marco Capaccioni, mentre appaiono i Duran Duran, nell’esibizione del 2015 a Milano, in Piazza Duomo, per gli Mtv Milano Award. In sala c’è Jane Frazen, executive producer della famosa emittente: “Risolvono problemi e non si lamentano mai” dice di loro, “Se ne vanno dalla città per tornare e l’audio è sempre perfetto”.

Un tributo di stima e apprezzamento che i Tifernauti incassano, insieme a quello del direttore del Teatro Verdi Riccardo Basile, testimone del loro impegno nella musica classica e di Salvatore Sciarrino, anch’egli tifernate d’adozione: “Dal 2000 ho scoperto l’esistenza di questo studio e di Marco Capaccioni, tecnico con una formazione che gli permette di uscire dagli standard. Nella mia opera di sperimentazione non abbiamo standard e li troviamo insieme” dice in videomessaggio, giustificandosi della sua assenza “Mentre lavoriamo c’è questa presenza fantasmatica del socio, molto importante, che aleggia. Grazie a Sound Studio Service ho compiuto progressi auditivi notevoli e, senza che lo prevedessimo, abbiamo avuto cinque stelle sul Guardian per la tecnica dei nostri dischi”. Uno dei quali registrato dentro gli ex seccatoi del Tabacco per studiare la propagazione del suono in ambienti molto grandi.

E così si arriva a Burri, quasi nel capitolo finale di questa storia. Bruno Corà, presidente della Fondazione, in videomessaggio li chiama “amici. C’è bisogno di persone come voi” mentre in sala Rosario Salvato,vicepresidente della Fondazione, ricorda come sono nate tante idee poi diventate spettacolo di suoni e luci: “Città di Castello è la loro fonte di ispirazione. Il progetto di illuminazione artistica in occasione dell’apertura del Centenario o Au rendez vous des amis è nato davanti ad una birra, in uno dei bar del centro storico, e si è trasformato in un evento grandioso, sperimentale e rigoroso, aggettivi che si stagliano all’opera di Burri e che la Fondazione sente di dover applicare ad ogni iniziativa riguardi l’eredità e l’immagine del Maestro. Con Sound Studio Service è possibile perché non c’è questione per loro che non si possa risolvere e perché, una volta che ci si avvicina a Burri, non si rimani indenni dal suo fascino artistico”.

Prima dell’applauso conclusivo, Sara Nocciolini, speaker e animatrice di Radio Wave, che ha condotto l’iniziativa, ha chiamato le immagini del film “Pear, cedar and cigarettes”, candidato agli Oscar, nella cui colonna sonora figura il brano “Paradise place”, scritto da Alberto e Marco negli anni 90, per cedere la parola finale a Michelangelo Pulci, tifernate, attore e vecchia conoscenza dei Tifernauti.

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