di Simone Fana 

La vita finisce e poi inizia il romanzo, il racconto della vita stessa o qualcosa che gli somigli. O forse non c'è una discontinuità tra l'uno e l'altro. È un nodo difficile da sciogliere.

È finita la vita in terra di Vitaliano Trevisan, ma da qualche parte è iniziata l'eternità della sua letteratura. Questo è certo. 

Works è un fiume che straripa, vero, tragico, commovente. 
La rappresentazione letteraria delle grandi trasformazioni che hanno investito la nostra esistenza. Partendo da un angolo di mondo, il Veneto post industriale, che è uno dei laboratori più fedeli dell'Italia di oggi. La periferia diffusa, che ha preso il posto della società organizzata, la periferia anonima dei capannoni abbandonati, segnata dal vitalismo rapace di un capitalismo impunito, che liquida l'uomo e la vita. 

E poi l'ideologia del lavoro, risorsa naturale dei meritevoli, di quelli che "danno lavoro"  a chi del lavoro si serve per vivere. Un dono, appunto. A cui questi altri non sono mai abbastanza riconoscenti e quindi obbedienti. 

Ci voleva la letteratura di Vitaliano Trevisan per raccontare questo nostro paese. Ci voleva questa esistenza tragica e diffusa, straordinaria e comune per togliere qualche strato di polvere dalla nostra quotidianità.
Conoscerla è stato un privilegio.

Fonte: https://www.facebook.com/profile.php?id=100010946313537

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