da larepubblica.it

ROMA - Primi passi oggi della manovra al Senato e la Cgil proclama lo sciopero generale di otto ore per martedì 6 settembre. Intanto resta sempre tesa l'aria all'interno del Pdl: alla riunione di domani tra Angelino Alfano e direttivi dei gruppi parlamentari di Camera e Senato sugli emendamenti alla finanziaria bis il partito si presenterà in ordine sparso, mentre ieri sera a cena si sono visti l'ex Guardasigilli e Guido Crosetto, uno dei leader 'frondisti'. Esorta a rispettare i tempi e a non toccare i saldi globali della manovra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti: "Ora la parola passa al Parlamento con un'avvertenza precisa: che bisogna rispettare tempi rapidi per l'approvazione e i saldi globali della manovra che non possono essere toccati". Nel giorno in cui la manovra approda in commissione Bilancio al Senato,mette dei paletti al confronto parlamentare e alle possibilità di modificare il provvedimento.

Il Pd e la Cgil - La scelta di Bersani di appoggiare lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il 6 settembre ha diviso il partito, provocando le critiche di esponenti di primo piano come Sergio Chiamparino. La replica di Bersani è secca: "Il Partito democratico sarà presente ovunque si protesterà e si criticherà questa manovra, anche allo sciopero della Cgil. Anche in casa mia, nel Pd, assisto sullo sciopero a una discussione che non capisco. Tutti protestano per questa manovra, non ho sentito uno che sia d'accordo. Poi, c'è chi sceglie di scioperare, chi fa un'assemblea, chi organizza una raccolta di firme. Io dico: ognuno scelga in autonomia le forme di protesta che vuole. Il Pd - ribadisce Bersani- sarà presente in tutti i luoghi, scioperi e quant'altro, organizzati da chi vuole chiedere più equità e crescita nella manovra, correggendola".

Manovra ingiusta - Passando alle scelte del governo ed alla manovra economica, il segretario del Pd ha detto che "alla fine, come dice Bossi, una quadra la dovranno trovare. Ma purtroppo la soluzione lascerà buchi molto seri". "Io - dice Bersani - non critico solo il merito di questa manovra ingiusta e recessiva, ma dico anche che non è credibile e temo che i mercati e gli osservatori internazionali questo lo abbiano capito. Il rischio più grosso è che, fatta una manovra scombinata, il giorno dopo si sia punto e a capo".

Se ci saranno ritardi per la manovra, la colpa non sarà del Pd. Lo sostiene Pier Luigi Bersani in conferenza stampa: "Saremo pronti per venerdì con i nostri emendamenti alla manovra 1. Non so se governo e maggioranza lo saranno. Ma questa è la nostra responsabilità, siamo pronti a discutere in Parlamento. Se ci saranno rinvii saranno rinvii loro. Questa manovra è un torta a strati indigeribile". Il segretario del Pd, poi, ha ribadito che, sulla crisi, il governo continua a non dire la verità: "Il presidente della Repubblica nel suo messaggio, che noi rispettiamo e rileggiamo, ha parlato di deficit di verità. Io rivendico: il Pd ha sempre detto la verità, anche quando andava contro corrente, mentre ancora oggi purtroppo il governo non dice la verità''. Bersani, poi, si dice d'accordo sul pagamento dell'Ici per i beni della Chiesa a uso commerciale: "Il principio che noi seguiamo prevede l'esenzione per tutte quelle risorse collegate alla missione della Chiesa, mentre deve essere sottoponibile a tassazione tutto quello che ha un fine commerciale. Dopo di che - dice Bersani - la singola casistitca va verificata, ma il principio è questo e io credo che la Chiesa sia disponibile" a collaborare. E sull'Iva ha aggiunto: il "dibattito sull'Iva è kafkiano" perché "Tremonti se l'è già mangiata l'Iva". Il leader del Pd, che ha anche sottolineato il caos che regna all'interno della maggioranza, ha concluso: "Non si pensi di coprire il buco di bilancio mangiando le pensioni. Noi non siamo d'accordo".

Un invito al governo affinché smetta di fingere di non vedere le proposte che arrivano dall'opposizione arriva dal leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, che sul suo blog scrive: "ora sta alla maggioranza mostrare a sua volta un po' di senso di responsabilità: accettando di discutere le nostre proposte invece di fingere di non vederle perché colpiscono proprio le tasche dei ricchi che il governo vuole difendere". E proprio per evitare che vengano colpiti tutti allo stesso modo, in particolare chi ha i redditi più bassi, in merito all'aumento dell'Iva l'Idv ritiene che il provvedimento è ipotizzabile, ma solo se riguarda i beni di lusso.

Della necessità che Berlusconi isoli " l'estremismo della Lega" è convinto il vicepresidente di Futuro e Libertà, Italo Bocchino: "La presa di distanza 2 di Berlusconi da Bossi è assai tardiva e forse inutile. Avevamo allertato il presidente del Consiglio sul rischio che l'appiattimento dell'area moderata sulle politiche estremiste e populiste della Lega avrebbe snaturato il Pdl portandolo alla crisi attuale. Adesso - aggiunge Bocchino - è tardi per recuperare, ma sarebbe comunque opportuno nell'interesse dell'Italia che il Pdl isoli chiedendo la collaborazione a tutte le opposizioni al fine di salvare il Paese dalla grave crisi in corso".

Scadenza emendamenti il 29 agosto alle 20. Scadrà lunedi 29 agosto alle 20 il termine per presentare gli emendamenti alla manovra in commissione Bilancio. Lo ha stabilito la Commissione, riunita per la discussione generale sul provvedimento.

Sciopero generale il 6 settembre. Al termine della riunione della segreteria confederale allargata ai leader delle categorie e ai rappresentanti dei territori, la Cgil ha scelto la data del 6 settembre per lo sciopero generale contro la manovra economica varata dal governo. Sarà di otto ore, con manifestazioni articolate a livello territoriale. Le modalità della protesta e la 'contromanovra' che la Cgil sta ultimando saranno comunque illustrate domani da leader della confederazione Susanna Camusso nel corso della conferenza stampa convocata in concomitanza del presidio del sindacato davanti al Senato. Per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, però la decisione di proclamare la protesta "è ingiustificabile": "Credo che lo strumento dello sciopero sia assolutamente legittimo e rispetto la volontà di una grande organizzazione; tuttavia -spiega Sacconi- nel contesto in cui viviamo credo che sia in straordinaria contraddizione con le esigenze di sostenere la produttività, la crescita e l'occupazione". Una dura critica alla decisione dello sciopero arriva dal presidente della Fiat, John Elkan: "Non credo che ci dobbiamo unire a loro. Credo che questo sia un momento in cui dobbiamo essere tutti uniti - ha sottolineato Elkan - per risolvere seriamente quello che c'è da risolvere, guardare la realtà e affrontarla e soprattutto trovare soluzioni concrete".

Famiglia Cristiana: "Colpi micidiali alla famiglia". La manovra economica di luglio e la manovra-bis di Ferragosto ''hanno assestato alla famiglia una serie di colpi micidiali'': ''un serial killer non avrebbe potuto fare meglio''. Lo scrive Famiglia Cristiana nell'editoriale del nuovo numero. ''Anziché tassare i patrimoni dei ricchi, coloro ai quali anche un forte prelievo fiscale non cambierebbe la vita, s'é preferito colpire quell'ammortizzatore sociale italiano per eccellenza che è la famiglia'', lamenta il settimanale dei Paolini, secondo cui questa ''è una politica miope, da 'statisti' improvvisati, che non hanno un'idea sul futuro del Paese''.

Enti locali sul piede di guerra. Tenteranno di stabilire "una strategia unitaria" le province 'a rischio' a causa della manovra voluta dal governo, che domani si riuniranno a Roma, convocate dal presidente dell'Unione delle Province d'Italia (Upi), Giuseppe Castiglione, che ha chiamato a raccolta nei giorni scorsi i presidenti delle province sotto i 300 mila abitanti e i 3.000 chilometri quadrati, quelle per cui è prevista la soppressione. E per giovedì i vertici dell'Anci, che hanno chiesto anche un incontro urgente con i segretari dei partiti, hanno convocato il Comitato direttivo straordinario per valutare e decidere in merito agli effetti della manovra finanziaria sui servizi pubblici locali e sulla spesa per investimenti dei Comuni. Inoltre, per il 1 settembre è stata convocata dal presidente Vasco Errani, una Conferenza straordinaria delle regioni. Anche i piccoli comuni inviano il loro telegramma al premier: "Il 29 agosto con Anci a Milano contro la chiusura dei piccoli Comuni, i tagli alla democrazia e ai servizi". Una iniziativa, spiega Mauro Guerra, coordinatore nazionale Anci dei piccoli Comuni, "che sottolinea l'importanza della mobilitazione, che sarà l'occasione per manifestare ancora una volta, e di più, tutto il nostro disappunto per la manovra appena approvata dal governo, che mette a rischio la storia e l'identità democratica di circa 1950 Comuni italiani".

La "ricetta" di Italia Futura. Non c'è più tempo da perdere: "Una riforma complessiva dell'organizzazione dello Stato e della pubblica amministrazione non è più rinviabile: oltre all'immediata soppressione delle Province, si dovrebbe procedere al dimezzamento dei componenti le Camere (315 deputati e 150 senatori); al superamento del bicameralismo perfetto (già da ora il senato eletto su base regionale, con una modesta riforma costituzionale potrebbe svolgere la funzione legislativa in materia concorrente); al complessivo riordino dell'organizzazione delle istituzioni regionali e comunali, dell'amministrazione centrale e periferica dello stato, con conseguente riduzione dei relativi costi e duplicazioni". A dettare la ricetta è Italia Futura, la fondazione che fa capo a Luca Cordero di Montezemolo.

Marcegaglia: "Nessun governo tecnico". "Non abbiamo bisogno di cambiare governo ora". Così Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, risponde in un'intervista all'Economist alla domanda sull'opportunità o meno di un governo tecnico, guidato per esempio da Mario Monti. "In un momento difficile come quello attuale, dobbiamo attuare le misure di austerity e le riforme strutturali. Non abbiamo bisogno di cambiare governo ora. Alla fine di tutto questo vedremo di cosa abbiamo bisogno". 

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