(AKR) - CASTIGLIONE DEL LAGO - «L'Amministrazione comunale non è aprioristicamente favorevole o contraria al progetto di ammodernamento ed adeguamento del centro di compostaggio in località Lacaioli, atteggiamento costantemente tenuto nei riguardi di qualunque iniziativa privata. Il nostro compito è quello di vigilare sull’osservanza della legge, della salute pubblica e sulla tutela dell'ambiente, naturalmente con il necessario e dovuto rispetto della libera iniziativa privata, che è sempre tenuta a rispettare le regole, ma ha il diritto ad investire in un'area che, è bene ricordare, è già destinata alle stesse attività di produzione da decenni ed inserita nel PRG del 1999 attualmente in vigore con la medesima destinazione. L’azienda, inoltre, è in possesso dell’autorizzazione ministeriale per operare nel settore del compostaggio di materiale organico per ben altri quindici anni».

L’Amministrazione comunale di Castiglione del Lago, interviene per fare chiarezza sull’effettivo ruolo del Comune nella polemica innescata su giornali e reti sociali dal Movimento 5 Stelle locale: «La salute pubblica e l'ambiente rimangono al primo posto nelle priorità del Comune. Tutta l'area è stata, appunto, destinata dal  PRG del 1999  alle attività in questione, con un perimetro delimitato già dall’epoca, e non modificato dal piano strutturale adottato nel 2012 con cui l’amministrazione l’ha individuata come oggetto di potenziale ed auspicata riqualificazione, così come altre zone del Comune (quali ad esempio l’ex Molino Popolare di Pucciarelli e l’ex fornace di Macchie). Abbiamo scelto la più completa trasparenza in ogni passaggio, con decisioni partecipate e senza che sia stata formulata alcuna osservazione, nemmeno da parte delle stesse opposizioni, sulla variante urbanistica adottata a marzo scorso in consiglio comunale. Stiamo parlando, comunque, di un impianto di dimensioni contenute, che soddisfa le esigenze territoriali».

La Trasimeno s.r.l. è attiva da oltre quaranta anni, prima nella produzione di funghi coltivati e di concime e poi, dalla fine degli anni ‘80, solo di compost, utilizzando materiale organico vegetale e in misura minore pollina, concime organico ottenuto dal riciclaggio per trattamento industriale delle deiezioni degli allevamenti avicoli. Il nuovo impianto aumenterà la produzione di compost vegetale, passando dalle attuali 22.000 tonnellate ad un massimo di 33.000 tonnellate annue autorizzate, e scenderà invece dalle attuali 9.000 ad un massimo di 7.000 tonnellate annue per ciò che concerne la produzione di concime di origine animale.

«Nello specifico, il progetto presentato da Trasimeno s.r.l. - spiega l’Amministrazione - si configura dichiaratamente come un miglioramento della situazione attuale, prevedendo sensibili e radicali ammodernamenti, da approntare secondo le migliori tecnologie disponibili, tra cui le cosiddette celle biologiche».

Trattandosi di un ciclo di maturazione a reazione chiusa e accessibile solo da personale specializzato, le modifiche al processo produttivo eliminerebbero inconvenienti come la diffusione di cattivo odore, che sin qui ha creato un oggettivo e perdurante disagio ai residenti della zona e un abbattimento dell'inquinamento acustico, anche con la realizzazione di circa 500 metri di siepi e filari arbustivi che costituiranno una barriera naturale, oltre che un’opera di mitigazione paesaggistica. La Trasimeno s.r.l. nel suo progetto ha inserito, tra l'altro, la realizzazione di almeno 3 stagni temporanei, a tutela della fauna autoctona, allagati per almeno 9 mesi l'anno e la realizzazione di un bosco igrofilo di circa 7000 mq nella loro prosimità.

«Ad ogni buon conto, con la delibera di adozione della predetta variante urbanistica si è anche previsto che la società proponente, per il caso di ottenimento di parere positivo al progetto dalla Conferenza dei Servizi tuttora in corso, a cui partecipano numerosi soggetti pubblici con diversificate competenze in materia (Arpa, USL, Soprintendenza, Regione e Provincia di Perugia che la coordina), debba convenzionarsi, come previsto dallo stesso PRG 1999, con il Comune per l’esecuzione di opere a beneficio della collettività, con ricaduta diretta sull’area limitrofa all’impianto e per ulteriori misure di controllo relative al funzionamento dell’impianto».

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