di Nicola Bossi

PERUGIA -“Non è vero che l’unico punto fermo di questo processo è la morte di Meredith Kercher: oltre 34 magistrati tra Gup, sentenza Guede, custodia cautelare, processo di primo grado, Cassazione hanno confermato l’impianto dell’accusa accettandone le prove e i gravi indizi”: Il Pm Giuliano Mignini torna a parlare in aula ritagliandosi quella parte di requisitoria dell’accusa incentrata sulla descrizione delle prove, ricostruzioni e testimonianze trovate dopo un lungo lavoro investigativo sul campo. Niente dunque presa in considerazione della vecchia e nuova perizia sul Dna che spetterà al Pm Manuela Comodi. “Nel processo d’appello ci si è volutamente dimenticati – ha continuato Mignini – di analizzare testimonianze e altre prove che nulla hanno a che fare con gli esami scientifici sul Dna. In via della Pergola erano rimasti soltanto Amanda e Meredith perché tutti gli altri ragazzi avevano fatto ritorno nelle proprie abitazioni per il ponte dei Santi. E questo non è un elemento di poco. Rudy Guede conosceva benissimo quell’abitazione e gli inquilini che frequentava regolarmente.

Di Sollecito c’è una traccia di scarpa nel corridoio che è impregnata di sangue della vittima, segno che era presente nella camera durante l’omicidio e che poi si è spostato per l’abitazione, dove è stata messo in scena il depistaggio di una improbabile intrusione da una finestra di un ladro. Ci sono testimonianze chiare che collocano i tre ragazzi la sera del 1° novembre sull’area dell’omicidio”. Mignini si è rivolto anche due volte alla corte e ai giudici civili con altrettante frasi ad effetto. La prima: “Se avvallerete le tesi della difesa darete credibilità ad un testimone come Alessi, l’assassino del piccolo Tommaso Onofri, considerato completamente inattendibile nella sentenza a suo carico”. Seconda frase riferendosi alla teoria dell’assassino unico più volte ribadita dalle difese: “Rudy Guede è il ragazzo di colore da incolpare perché ha fatto tutto lui, tanto non ha le spalle coperte. Il ragazzo di colore da incolpare come ha fatto Amanda con Lumumba”. Mignini ha concluso ricordando che “non avrei esitato a chiedere l’archiviazione per gli indagati qualora non ci fossero state prove e gravi indizi di colpevolezza, come ho fatto per Lumumba che si trovava in carcere”.

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PERUGIA - E' iniziata questa mattina la fase finale per il processo sulla morte di Meredith Kercher, che prevede le requisitoria dell'accusa, delle parti civili e delle difese: una fase che si protrarrà fino all'inizio di ottobre, quando è prevista la sentenza in Corte d'appello. L'apertura della fase finale in secondo grado è spettata al procuratore Giancarlo Castagliola che si sta attualmente rivolgendo alla Corte. Il procuratore ha dichiarato di non occuparsi in prima persona della questione "spinosa del Dna" che sarà invece vagliata dal pm Manuela Comodi. Quindi nella requisitoria del magistrato si è passati ad esaminare, al momento, tre aspetti fondamentali: il perché della credibilità del testimone oculare Curatolo (pregiudicato e senza fissa dimora), l'inattendibilità invece dei testimoni della difesa Alessi e Aviello e per il momento, infine, i procedimenti sui profili genetici sul gancetto di reggiseno della vittima e sulla presunta arma del delitto.

Su Curatolo, Castagliola ammette che nella sua deposizione ci sono elementi temporali sovrapposti (la festa di Halloween scambiata per il primo novembre invece che per il 31 ottobre), ma sono due gli elementi che darebbero una credibilità importante alla testimonianza. "Curatolo ricorda che il giorno dopo aver visto Amanda e Raffaele insieme a pochi metri dalla casa del delitto - ha affermato il procuratore - in via della Pergola c'era un grande movimento di polizia e agenti in tuta bianca della scientifica che non poteva passare inosservato. Con questa dichiarazione Curatolo sposta l'incontro serale con Amanda e Raffaele al primo novembre, giorno dell'omicidio, dato che l'arrivo della scientifica è avvenuto nel primo pomeriggio del 2 novembre". A difesa di Curatolo, l'accusa teorizza che l'errore di data nella deposizione sarebbe il frutto del prolungarsi dei festeggiamenti di Halloween, con tanto di ragazzi in maschera, nella zona universitaria anche la sera dopo.

Per quanto riguarda l'uso pesante e costante di eroina da parte del testimone chiave dell'accusa, la Procura ha citato delle relazioni mediche dove si esclude che "l'uso degli oppiacei, non in presenza dell'assunzione della sostanza, possano creare dei falsi pensieri o danni alla memoria". Uno studio che ha lasciato perplessi i molti giornalisti ed anche le difese in aula.

L'altro punto forte della credibilità di Curatolo, sempre riguardante l'incontro con Amanda e Raffaele la sera del delitto, si ritroverebbe nella ricostruzione degli spostamenti dei due ex fidanzati il 21 ottobre. Secondo il procuratore "Raffaele si trovava ad una cena di laurea e non prima delle due di notte ha incontrato Amanda Knox in centro storico". Quindi, secondo il teorema dell'accusa, Curatolo può aver visto Amanda e Raffaele soltanto la sera del primo novembre e non il 31 ottobre.

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